10 ottobre, giornata internazionale della Salute mentale, World Mental Health Day. Non c’è salute senza salute mentale. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) una persona su otto nel mondo soffre di disturbi mentali. Il benessere psicofisico è la nostra aspirazione come individui ed è la meta da raggiungere per i sistemi sanitari del mondo. Meta che vediamo tuttavia allontanarsi dopo la pandemia da COVID 19 e a seguito delle crisi internazionali che stiamo vivendo. La nostra percezione del mondo si è fatta più precaria, aumentano crisi d’ansia e disturbi depressivi soprattutto tra le giovani generazioni.
Durante il mio mandato di Presidente della Commissione Sanità del Senato nella diciottesima legislatura abbiamo condotto un’indagine conoscitiva sull’impatto della Didattica a distanza (Dad) sull’equilibrio psicofisico delle ragazze e dei ragazzi. Emersero disagi, paure, preoccupazioni dei nostri giovani per aver interrotto relazioni sociali e interpersonali durante la loro delicata crescita a causa delle chiusure durante il periodo pandemico. Problematiche che continuano ancora oggi. Gli esperti dicono che il COVID ha come “slatenzizzato” malesseri che già esistevano prima. Al punto che, nei casi più gravi, si assiste ad un vero e proprio attacco al proprio corpo da parte dei giovani che vanno in sofferenza con disturbi del comportamento alimentare, autolesionismo e ideazione suicidaria.

Un recente progetto, realizzato dalla Fondazione Gemelli e dall’ Unicef, WITHYOU, la psicologia con te, ha messo in rilievo che il 39% della popolazione presa in carico ha una sintomatologia affettiva ansioso-depressiva. Dei 1571 giovani coinvolti nel progetto, 971 sono stati sottoposti a valutazione psicodiagnostica, fra questi 462 ragazzi hanno messo in luce una condizione di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA); il 53% del restante campione presenta disturbi del neurosviluppo come disabilità intellettiva, disturbi della nutrizione, dello spettro
dell’autismo, da deficit di attenzione/iperattività, patologie neurologiche e neuro- muscolari. Da questa analisi, come da altre, emerge sempre con maggiore forza il bisogno di supportare innanzitutto la scuola per far in modo che un disagio e/o una sofferenza non diventi condizione cronica e patologica. Di qui la necessità di rafforzare i servizi di salute mentale sul territorio, l’integrazione sociosanitaria e il riconoscimento dei nodi di una rete a presidio della salute mentale della popolazione.

La salute mentale è elemento fondante della convivenza civile. Investire adeguatamente in questo campo avrebbe un ritorno immediato in tutti i campi, dalla scuola all’università, al mondo del lavoro ma anche in termini di incremento del pil nel medio termine. Eppure né il Pnrr né il dm 77 si sono occupati di salute mentale e solo il 3% del Fondo Sanitario Nazionale viene destinato alla salute mentale. Avremmo potuto avere un notevole supporto accedendo ai fondi del Mes sanitario, ma decisioni sciagurate di una parte della politica – intrise di ideologia – hanno impedito questa scelta. I numeri sono inclementi. Secondo i dati del coordinamento nazionale dei direttori dei Dipartimenti di salute mentale, oltre il 6% della popolazione ha disturbi mentali gravi più la comorbilità diffusa con l’uso di sostanze, il 20% soffre di disturbi emotivi comuni e, anche a seguito della pandemia, assistiamo ad un aumento del 50-100% dei disturbi da dis-regolazione emotivo -affettiva. Di contro e per paradosso siamo di fronte ad un enorme e drammatico problema di carenza di risorse umane, più grave nell’ambito della salute mentale che negli altri ambiti della sanità perché questa situazione è anche concausa di scioccanti episodi come la morte della psichiatra Barbara Capovani o della recente aggressione dell’immunologo Francesco Le Foche in uno studio romano.

La giornata mondiale della salute mentale anche quest’anno è importante per aumentare la nostra consapevolezza e tenere alta l’attenzione sulle politiche per la salute mentale, garantire l’accesso ai servizi come responsabilità condivisa e comunitaria. In Italia e in Europa, dove il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani, deve crescere necessariamente l’impegno verso la salute mentale. Del resto il tema del 2023 della giornata mondiale è Mental health is a universal human right, Salute mentale come diritto universale.

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Sono laureata in Filosofia che è la mia passione. Napoletana, ma ormai vivo a Roma da venticinque anni. Sono stata responsabile nazionale donne della Cisl, con impegni anche internazionali. Nel mio ruolo politico e istituzionale mi sono occupata in particolare di formazione, disabilità, povertà, politiche attive e lavoro digitale.