“Non mi pare di essere accerchiato più di quanto lo fossi nella prima fase. In tutti questi mesi ho sentito dire in continuazione: Conte cade, Conte cade. Fa parte del gioco, ho imparato a non meravigliarmi. Ma come si vede e si vedrà, non è così”. È l’intervento del premier Giuseppe Conte in un colloquio con il Corriere della Sera, dove il presidente del Consiglio ha ribadito di non temere di ‘cadere’ nonostante le fibrillazioni interne alla maggioranza.

“La verità è che quando si arriva alla sostanza delle cose, asciugandole dalle polemiche, ci si rende conto che questa maggioranza è composta da partiti responsabili, che capiscono bene quali siano le priorità del Paese. Il clima è migliore di quello che sembra. E anche alcune perplessità del Pd sono rientrate“, aggiunge Conte.

Per il premier “non possiamo ritardare il confronto con imprenditori, sindacati, categorie. L’urgenza non nasce da un mio capriccio ma dalla realtà che preme. Bisogna muoversi da subito. Sento dire che occorre farlo con calma. Ma quale calma? Ci prendiamo qualche giorno per coinvolgere appieno le forze di maggioranza, e lo facciamo. Poi chiamiamolo patto, chiamiamolo confronto. Ma non va rimandato”.

IL RAPPORTO CON GUALTIERI – Quanto alle polemiche col ministro Gualtieri e le accuse di averlo ‘scavalcato’, il presidente del Consiglio spiega che “come premier non scavalco nessuno. E Gualtieri ha sempre condiviso tutto con me e insieme a me”.

LA POLEMICA SUGLI STATI GENERALI – La tensione nell’esecutivo resta forte. A far vibrare la corda (sottilissima) su cui regge la maggioranza in questa fase è stato scatto in avanti del premier sugli stati generali dell’economia. O almeno così l’hanno interpretata nel Partito Democratico, che preferirebbe concentrare energie e sforzi per sfruttare a pieno tutti gli strumenti messi in campo dall’Europa, Mes compreso. Un tesoretto da circa 200 miliardi di euro, che richiede coesione e compattezza nella maggioranza per essere messo a frutto.

Proprio per questo motivo, dalla videochat del segretario, Nicola Zingaretti, arriva una mano tesa in favore del presidente del Consiglio. Il leader dem ha riunito i vertici, dal suo vice, Andrea Orlando, ai capigruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, a tutta la squadra di governo e dal Nazareno “non è emersa alcuna volontà di contrapposizione con il presidente Conte“, sottolineano fonti dem. Piuttosto, “è stata confermata l’esigenza di costruire da subito un percorso per affrontare in maniera adeguata le grandi sfide economiche e sociali che abbiamo dinnanzi ma che sia un percorso serio e concreto”, aggiungono.

Secondo Matteo Renzi, però, le fibrillazioni nascono dopo l’accordo tra il premier e Italia Viva: “Subito altri hanno iniziato a prendere le distanze dal primo ministro, chissà perché“. 

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