Prima di dirigersi, armato di coltello verso il Comandante dei carabinieri, ha pronunciato una professione di fede islamica. E’ un dettaglio che emerge dagli audio estrapolati dai filmati che riprendono gli attimi concitati andati in scena a Villa Verucchio, in provincia di Rimini, tra le 22 e le 24 del 31 dicembre scorso quando Muhammad Abdallah Abd Hamid Sitta, 23enne egiziano, è stato ucciso con cinque colpi d’arma da fuoco (uno alla spalla e quattro tra il torace e il capo, altro dettaglio questo emerso dall’autopsia) sui 12 in totale esplosi dal militare, intervenuto dopo che l’uomo aveva accoltellato quattro persone e seminato il panico nella piccola cittadina romagnola intenta a festeggiare il Capodanno. Il 23enne oltre al coltello aveva con sé una copia del Corano e una corona.

L’autopsia e il comandante dei carabinieri in riposo volontario

In una nota diffusa dai carabinieri del Comando Provinciale di Rimini, e autorizzata dalla procura locale, emergono questi ultimi dettagli di un puzzle in via di ricostruzione, che vede il comandante dei carabinieri di Verucchio, Luciano Masini, indagato per eccesso colpo di legittima difesa. Dopo l’esame autoptico eseguito nel pomeriggio del 2 gennaio all’ospedale Infermi di Rimini, sono emerse prime indicazioni sui “dodici colpi complessivamente esplosi” sottolinea l’Arma dei carabinieri. Il comandante Masini non è stato oggetto di alcun provvedimento disciplinare ma è volontariamente in riposo dal servizio attivo per qualche giorno. Nei suoi confronti è stata avviata una raccolta fondi per le spese legali che dovrà affrontare: raccolta arrivata a quasi 14mila euro.

23enne egiziano colpito da cinque proiettili (più due alle gambe)

“Il giovane presentava lividi compatibili con due colpi di rimbalzo alle gambe (trattasi ragionevolmente di due dei primi colpi di avvertimento, sparati a terra dal Comandante, nella fase di avvicinamento del giovane, armato del coltello). I colpi, che hanno attinto il 23enne, sono stati cinque, di cui uno alla spalla destra e gli altri tra il torace ed il capo. Tali dati andranno valutati dal medico legale e dall’esperto balistico, nominato dalla Procura di Rimini. L’analisi sugli indumenti della vittima permetterà altresì di stabilire la distanza tra le parti al momento degli ultimi spari e la conseguente ricostruzione dell’azione, la cui prima parte è ripresa dai filmati ad oggi acquisiti” prosegue la nota.

“Non è radicalizzato”

Quanto alle preghiere pronunciate prima di avvicinarsi verso il carabinieri, viene specificato che, allo stato attuale, non sono emersi elementi che mettano in relazione il giovane ad ambienti o soggetti radicalizzati, pur restando aperte tutte le ipotesi sulle cause del gesto che solo ulteriori approfondimenti, estesi anche alle condizioni psichiche del giovane, potranno compiutamente chiarire.

 

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