Erdoğan ha posto fine al braccio di ferro con Washington sull’adesione della Svezia alla Nato con il quale chiedeva in cambio l’acquisto del pacchetto di 40 nuovi caccia F-16, la cui vendita alla Turchia è bloccata dal Congresso americano.

Il leader turco esce dunque sconfitto da questa partita con Washington. Biden gli ha fatto comprendere che la Svezia è de facto già nell’Alleanza Atlantica e che dunque per convincere Capitol Hill a sbloccare la vendita del pacchetto degli F-16 richiesti sarebbe stato assolutamente necessario garantire prima il via libera del Parlamento turco a Stoccolma.

Il leader del Partito movimento nazionalista (MHP), Devlet Bahçeli, prezioso alleato del Partito della giustizia e dello sviluppo di Erdoğan ha annunciato il suo a favore, dopo preoccupanti esitazioni e dunque è garantita la maggioranza assoluta. Solo alcuni partiti di opposizione, il cui voto è ininfluente, hanno manifestato il loro voto contrario.

La più grande esercitazione Nato

Si era già avuto sentore dell’imminente via libera di Stoccolma da parte del Parlamento turco quando lunedì l’aula della Grande assemblea nazionale aveva offerto il suo voto favorevole alla partecipazione della Svezia alle esercitazioni militari “Steadfast Defender 2024” dell’Alleanza Atlantica. Anche se Stoccolma al momento non sarà ancora ufficialmente membro dell’Alleanza nord Atlantica, questa settimana parteciperà comunque alla più grande esercitazione militare Nato dalla fine della Guerra Fredda con la quale l’Alleanza simulerà la risposta rapida a un eventuale attacco da parte della Russia all’Europa orientale e alla regione baltica, dopo la guerra contro l’Ucraina. Sarà messo dunque alla prova l’articolo 5 della Nato che stabilisce che se uno degli alleati viene attaccato, dovrà ricevere il sostegno di tutti gli altri membri. La Russia ha già annunciato che considererà questa esercitazione una provocazione.

Il via definitivo ungherese

Approvare la partecipazione della Svezia a questa fondamentale esercitazione, significa che il paese scandinavo è ormai considerato un membro de facto della Nato, anche se non ancora de jure, almeno per qualche giorno ancora perché si attende il via definitivo anche dell’Ungheria, ultimo paese membro a tenere bloccata l’adesione del paese scandinavo. Il Parlamento ungherese riaprirà il 16 febbraio dopo una lunga pausa invernale.

Ankara sembra aver compreso bene che persistere in una intransigenza molto somigliante ad un ricatto avrebbe provocato una grave crisi nelle relazioni con gli Usa.

Finora non ha funzionato la “diplomazia del Gran Bazar” praticata da Erdoğan che suonava così: “Tu mi sblocchi nel Congresso il pacchetto di 40 nuovi caccia F-16 e io tolgo il veto all’ingresso di Stoccolma nell’Alleanza Atlantica”. Sembra dunque che nell’ultima telefonata di fine 2023 avuta con Biden, il leader turco abbia ottenuto ampie rassicurazioni in particolare sulla vendita degli F-16 e una reazione morbida dinanzi al nuovo massiccio attacco con aerei e droni sferrato dell’esercito turco contro le milizie curde in nord Siria e in nord Iraq.

Dopo essere stata esclusa nel 2019 da un consorzio che produce aerei da combattimento di nuova generazione F-35 a causa dell’acquisto del sistema di difesa missilistico russo S-400, Ankara aveva cercato di acquistare dagli Usa 40 nuovi F-16 e 80 kit di ammodernamento della sua flotta di caccia parzialmente obsoleta per un valore di 20 miliardi di dollari.

Le richieste

Sebbene l’amministrazione Biden all’inizio del 2023 abbia pubblicamente approvato la vendita degli F-16, alcuni membri di alto rango di Capitol Hill avevano annunciato che avrebbero bloccato la vendita fino a quando la Turchia non avesse fatto riforme chiave in politica estera, tra cui il via libera all’adesione della Svezia alla Nato, il distanziamento dalla Russia e il miglioramento dei legami tesi con la Grecia. Erdoğan aveva accusato, pretestuosamente, la Svezia di ospitare gruppi e individui che ritiene rappresentino una minaccia per la sicurezza nazionale della Turchia. Per questo Stoccolma ha modificato la sua costituzione e la legge antiterrorismo il 22 novembre scorso per limitare le attività di gruppi che il governo turco considera terroristici nel tentativo di convincere Ankara a far cadere il suo veto.