Il protocollo di adesione della Svezia alla Nato è stato approvato martedì dalla Commissione parlamentare turca dopo una seduta tesa, durata diverse ore. Ora la legge passerà per l’approvazione al vaglio della Grande assemblea nazionale che potrebbe ratificarlo in questa settimana o nei primi giorni del 2024, anche se il suo presidente, Numan Kurtulmuş, al momento non ha fissato alcuna tempistica. Ankara sembra comprendere bene che prolungare ulteriormente il braccio di ferro con gli Stati Uniti col veto all’adesione della Svezia alla Nato, in cambio dell’acquisizione da Washington di 40 nuovi caccia F-16 e 50 kit per ammodernare la sua flotta aerea parzialmente obsoleta, si sta trasformando in una grave crisi nelle relazioni con gli Usa.

Finora, la “diplomazia del Gran Bazar” praticata da Erdoğan non ha funzionato: “Tu mi sblocchi nel Congresso il pacchetto di 40 nuovi caccia F-16 e io tolgo il veto all’ingresso di Stoccolma nell’Alleanza Atlantica”. Ma sembra che nell’ultima telefonata con Biden, il leader turco abbia ottenuto ampie rassicurazioni non tanto sulla vendita degli F-16, ma riguardo a un atteggiamento passivo dinanzi al massiccio nuovo attacco con aerei e droni sferrato dell’esercito turco contro le milizie curde-siriane delle Unità di protezione del popolo (Ypg) in nord Siria e in nord Iraq. Dopo essere stata esclusa nel 2019 da un consorzio che produce aerei da combattimento di nuova generazione F-35 a causa dell’acquisto del sistema di difesa missilistico russo S-400, Ankara aveva cercato di acquistare dagli Usa 40 nuovi F-16 per un valore di 20 miliardi di dollari per ammodernare la sua flotta di caccia.

Sebbene l’amministrazione Biden all’inizio del 2023 abbia pubblicamente approvato la vendita dei caccia, il Dipartimento di Stato deve ancora presentare una notifica formale al Congresso che ha dichiarato che porrà il veto. Alcuni membri di alto rango di Capitol Hill infatti hanno dichiarato che bloccheranno il pacchetto fino a quando la Turchia non farà riforme chiave in politica estera, tra cui il distanziamento dalla Russia e il miglioramento dei legami tesi con la Grecia, membro dell’Unione europea. L’amministrazione Biden considera l’espansione della NATO una priorità fondamentale in politica estera. Turchia e Ungheria restano gli unici due paesi che finora hanno bloccato il via libera a Stoccolma. Erdoğan ha accusato la Svezia di ospitare gruppi e individui che ritiene rappresentino una minaccia per la sicurezza nazionale turca. Per questo Stoccolma ha modificato la sua costituzione e la legge antiterrorismo il 22 novembre scorso per limitare le attività di gruppi che il governo turco considera terroristici nel tentativo di convincere Ankara a far cadere il suo veto.

Il voto in aula per l’approvazione del protocollo era previsto per giovedì 28 dicembre, ma sembra che ciò potrebbe non avvenire perché quando la settimana scorsa il protocollo è stato calendarizzato per l’approvazione in aula, subito dopo il Partito dei lavoratori del Kurdistan Pkk ha attaccato una base militare turca in nord Iraq uccidendo 12 soldati e ciò ha provocato una feroce reazione da parte dell’esercito turco con il bombardamento delle basi curde nella Siria e nell’Iraq settentrionale. Ciò ha contribuito anche ad irrigidire ancora di più i partiti anticurdi sulla loro posizione di contrarietà all’ingresso della Svezia nella Nato perché accusata di sostenere separatisti all’interno del proprio paese.

Il Pkk aveva già lanciato un attacco suicida contro il Ministero degli Interni ad Ankara, il 1° ottobre scorso, il giorno dell’apertura del Parlamento, cosa che ha ritardato la firma da parte di Erdoğan della risoluzione per l’adesione della Svezia alla Nato e la sua rapida approvazione in Parlamento. Sono diversi gli osservatori che sostengono che dietro gli attacchi delle forze curde-siriane contro obiettivi turchi in patria o in nord Siria e Iraq vi sia la mano di Mosca e dell’Iran che hanno interesse a indebolire l’Alleanza Atlantica. Resta il fatto che vi è una coincidenza che fa riflettere. Con l’approvazione in commissione del protocollo di adesione della Svezia è ripreso un massiccio bombardamento contro le milizie curde in Siria e Iraq e non vi è stata alcuna reazione da parte degli Usa e della Nato.