Fotografi e troupe televisive sono rimaste a obiettivi chiusi: Donald Trump è entrato nella Corte di Miami, si è dichiarato non colpevole, ha detto che l’amministrazione di Joe Biden è corrotta mentre lui rispetta la legge, è uscito da una porta laterale per salire su una limousine che lo ha portato in grande ristorante cubano dove lo aspettavano centinaia di fan del suo golf Club tra ovazioni e brindisi.

La strategia federale di portarlo davanti a una Corte per misfatti da galera, per ora non ha dato frutti visibili. Ma siamo ancora all’inizio. La performance di Donald Trump è stata spavalda come sempre: ha deriso Joe Biden chiamandolo “Sleepy Joe” (Joe dorminpiedi). E di lui ha detto: “Si è portato a casa centinaia di documenti segreti che l’Fbi ha trovato nel suo garage ma non gli è successo niente”.

Particolarmente sprezzante con il procuratore speciale Jack Smith che ha istruito l’indagine: “Quell’uomo è di una crudeltà infernale e ha fatto impazzire mia moglie e i miei figli”. Quindi se l’è presa con la Cnn accusandola di avere censurato le immagini della folla che lo aspettava: “Poi si lamentano per i bassi ascolti!”. È anche accusato di aver fatto leggere documenti segreti a persone non abilitate.

Così, alla fine del primo round, con la giudice Aileen Cannon che già in passato si era espressa a suo favore, la giornata per lui non è stata pessima. Ma gli organi federali non lo molleranno certamente per tutta la campagna elettorale. Quella di ieri è stata una giornata di grande effetto mediatico, ma la sua situazione giudiziaria non è migliorata.

Paolo Guzzanti

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