L’ex presidente Donald J. Trump, il candidato repubblicano alle presidenziali i cui sforzi di aggrapparsi al potere dopo la sua sconfitta hanno scosso la democrazia americana con i noti fatti di Capitol Hill, è stato arrestato con l’accusa di aver conservato illegalmente segreti della difesa e di aver ostacolato la giustizia.

Trump è il primo presidente a essere incriminato da un gran giurì nei 247 anni di storia degli Stati Uniti, è arrivato al Palazzo di Giustizia nel centro di Miami martedì pomeriggio.

Tre delle principali reti radiotelevisive – ABC, NBC e CBS – hanno interrotto la loro programmazione pomeridiana e sono ora in modalità reportage speciale. Le reti di informazione via cavo sono in onda da ore. Poiché le riprese all’interno del tribunale sono vietate, tutti i network stanno mostrando immagini dei manifestanti all’esterno del tribunale.

Nelle 49 pagine di incriminazione sono stati illustrati i 37 capi di accusa mossi contro l’ex presidente, alcuni in base all’Espionage Act per non aver consegnato alle autorità competenti documenti federali. Trump ha dichiarato la sua innocenza sui social e nei comizi durante tutto il fine settimana, e intende ribadire la stessa posizione. A presiedere all’udienza preliminare sarà il magistrato Jonathan Goodman.

Col grande (si fa per dire) senso delle Istituzioni che lo ha sempre contraddistinto, in un post sui social media, Trump ha detto che, se eletto di nuovo alla Casa Bianca nel 2024, nominerà il suo “vero procuratore speciale” per “perseguitare” Joe Biden e la sua “famiglia criminale”: “Nominerò un procuratore speciale – ha scritto l’ex Presidente USA – per perseguire il presidente più corrotto della storia degli Stati Uniti, Joe Biden, l’intera famiglia criminale Biden. E tutti gli altri coinvolti nella distruzione delle nostre elezioni, dei confini e del Paese stesso”.

I 37 capi d’accusa formulati a gennaio nei confronti di Donald Trump da parte del Dipartimento di Giustizia riguardano: 31 capi d’accusa, uno per ciascun documento governativo contenente dati classificati riguardanti la sicurezza nazionale trattenuto dall’ex Presidente dopo aver lasciato l’incarico e il suo rifiuto di restituirli, anche dopo aver ricevuto al riguardo un mandato di comparizione; 5 capi d’accusa relativi all’occultamento del possesso di documenti classificati (tra questi vi sono i capi d’accusa di cospirazione per aver ostacolato la giustizia e di occultamento di documenti e registrazioni, mossi sia contro il signor Trump sia contro un assistente, Walt Nauta.

Niente foto segnaletica o manette 

Donald J. Trump registrandosi presso il tribunale federale di Miami non ha dovuto sottoporsi a una foto segnaletica. “Il Presidente Trump si trova in una posizione davvero unica in cui non è necessario sottoporlo a una foto segnaletica. Ovviamente non è a rischio di fuga. È il candidato principale dei repubblicani al momento“, ha dichiarato uno dei suoi avvocati, Alina Habba, ai giornalisti fuori dall’aula mentre il procedimento era in corso.

La decisione di non fare una foto segnaletica o di non ammanettare Trump è stata una deroga alle normali procedure di registrazione di un imputato per accuse penali federali. Trump è il primo ex presidente a essere accusato di reati federali. Dopo essere stato una celebrità per decenni prima della sua presidenza, oggi è uno dei volti più riconoscibili al mondo e lo scopo di una foto segnaletica è quello di aiutare a identificare un criminale in fuga. È stata la seconda volta in tre mesi che Trump è stato processato per accuse penali e non è stato sottoposto a una foto segnaletica. Quando è stato incriminato dal procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin L. Bragg, non gli è stato richiesto di sottoporsi a una foto segnaletica.

Redazione

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