Lo stalker “non esiste”. Lo sostiene in una intervista Patrizia, l’ultima persona ad aver visto in vita Massimo Melis, l’operatore della Croce Verde trovato senza vita nella propria auto lunedì scorso in via Gottardo a Torino.

Melis è stato ucciso con un colpo di pistola alla tempia sinistra mentre era nella sua vettura, subito dopo aver riportato a casa l’amica, che aveva accompagnato a fare la spesa. Una vera e propria esecuzione, visto che telefono e portafoglio del 52enne non sono stati rubati.

A fare fuoco una pistola calibro “38-357”, o 38 special, una revolver. Il killer avrebbe sparato sbucando da un giardino pubblico mentre la vittima si era accesso una sigaretta, ritrovata mezza fumata nell’abitacolo.

“Di che cosa è successo domenica non me la sento di parlare, sono ancora troppo sconvolta – sostiene nell’intervista concessa a La Stampa Patrizia – Rivedo in continuazione davanti a me il suo viso senza vita. Non potrò mai dimenticare…”.

Quanto al fronte delle indagini, coordinate dalla pm Camilla Canepa e condotte dalla Squadra Mobile di Torino, al momento si sta seguendo una pista che porterebbe ad un uomo di 62 anni già noto alle forze dell’ordine.

Patrizia quindi smentisce l’ipotesi circolata mercoledì, ovvero di aver confidato a Melis di essere angosciata dal comportamento di “un conoscente”. “Non è così, nessuno mi dava fastidio”, sostiene Patrizia. “Ho quarant’anni, non avrei mai dato retta a un sessantenne”, aggiunge facendo riferimento al presunto stalker.

Per lei Massimo “era un amico insostituibile che adesso non c’è più. Gli volevo bene ma non eravamo fidanzati. Non c’era tra noi un legame sentimentale”. “Il mio desiderio è di vedere davanti a me quell’assassino, voglio giustizia – conclude – Massimo era un uomo buono, non meritava una morte così”.

Redazione

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