Politica
9 Maggio, l’UE festeggi il suo compleanno ascoltando le voci dei sindaci d’Europa
Settant’anni fa, il 9 maggio del 1950, Robert Schuman allora ministro degli esteri francese, con l’intento di dare vita alla CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio), prototipo di quella che sarebbe diventata prima Comunità e poi Unione Europea, lanciò da Parigi un concetto fondamentale: quello della collaborazione tra “popoli fratelli”. Un atto politico, intergovernativo, che metteva le basi per la nascita di una Europa federale. E’ per queste ragioni che ogni anno, dal 1985, proprio il 9 maggio si celebra l’Unione Europea in una sorta di compleanno su cui, mai come ora, vale però la pena ragionare oltre che commemorare.
In questo 2020, infatti, anno tondo e ricorrenza del settimo decennale del discorso di Schuman, purtroppo da festeggiare non c’è davvero nulla.
L’Unione Europea si trova infatti, proprio in queste ore, di fronte al passaggio più che complesso che vede la Commissione Ue e il Consiglio europeo costretti a fronteggiare l’emergenza pandemica del Covid-19 che ha travolto i bilanci, le previsioni, il presente e anche il futuro di tutto il mondo, in primis di una economia, come quella europea, che – per scelte politiche – ha operato nella direzione di una unione monetaria fondata più sul rigore e sul contenimento della spesa che su una maggiore circolazione di denaro, strategia invece adoperata, per esempio, da Gran Bretagna e Stati Uniti, paesi occidentali al di fuori dell’area euro.
Proprio l’emergenza socioeconomica figlia della pandemia che si prospetta ancor più grave della pur terribile crisi del 2008, sta portando quindi le autorità politiche e istituzionali, a tutti i livelli, a riflettere sul senso da ritrovare dell’Europa unita, per fare in modo che le ragioni dello “stare insieme” contrastino quelle di un sovranismo che, di questi tempi, passa in maniera più agevole, sostenuto dalla grancassa populista delle destre antieuropeiste e delle fake news “virali” diffuse sui social network.
E’ per questo, citando non tanto le frasi di Schuman ma quelle più resistenziali di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni nel Manifesto di Ventotene del 1941, che oggi tre sindaci d’Europa: dall’Italia (Grottaferrata), dalla Francia, (Vandeouvre Les Nancy) e dalla Grecia (Patmos) hanno scelto di appellarsi alle istituzioni europee, invitando a loro volta i loro colleghi sindaci a condividere il loro appello.
”In queste settimane nel cordone di solidarietà quotidiana tra cittadine e cittadini che unisce anche le nostre comunità in un’unica battaglia contro il comune nemico invisibile di oggi che è il coronavirus – scrivono i sindaci Andreotti e Hablot – crediamo sia davvero giunto il momento, anche per le istituzioni europee, di riconoscere e ascoltare le voci dei Sindaci che rappresentano la vera trincea in ognuna delle sfide, anche le più difficili e abnormi come può essere una pandemia”.
“Riteniamo dunque che l’Unione Europea, in questa drammatica crisi economica, non possa essere sostenuta esclusivamente, pur riconoscendo gli importanti strumenti economici già messi in campo, dai vincoli di bilancio ma occorra mettere mano a tutte le misure possibili per vincere una guerra prima sanitaria e poi di sostegno economico a tutte le attività produttive e sociali”.
“Sono gli Stati e le Istituzioni europee a doversi far carico della crisi, che investe tutti noi, senza anteporre egoismi o tatticismi politici. I cittadini europei voglio risposte ora non domani”.
“Da noi Sindaci – concludono da Grottaferrata, Vandoeuvre e Patms – giunga dunque un monito alle istituzioni europee e un appello a tutti i Sindaci d’Europa, per far sentire la loro voce, la voce di tutti gli europei, per sostenerci a vicenda. Affinché l’Europa di domani – cominciando già da oggi – possa diventare davvero argine alla povertà , fonte di lavoro e benessere diffusi, inclusione ed equità sociale, solidarietà, eguaglianza e accoglienza verso gli ultimi. Perché la Libertà e il progresso civile possano diventare simboli e motivo di orgoglio per tutti i nostri cittadini”.
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