Non ce l’ha fatta Giuseppe Sbrescia, giornalista e sfaffista del Comune di Napoli deceduto nelle scorse ore all’ospedale Monaldi dove era ricoverato da settimane in seguito a una violenta polmonite. Il 36enne lavorava nell’assessorato alle politiche giovanili e al lavoro guidato da Chiara Marciani e in passato ha lavorato, sempre come staffista, nella Giunta dell’ex sindaco Luigi de Magistris. La notizia della prematura scomparsa ha iniziato a rincorrersi sui social a partire dal primo pomeriggio di venerdì 3 marzo. Centinaia i messaggi di cordoglio per Sbrescia che nel corso delle prime settimane di ricovero aveva provato a tranquillizzare familiari e amici con diversi post pubblicati dall’ospedale.

Inizialmente ricoverato all’ospedale dei Pellegrini, dopo quattro giorni il trasferimento nel reparto di malattie respiratorie al Monaldi. “Voglio lanciare un messaggio di prevenzione e cura – aveva scritto a fine gennaio scorso – non vi trascurate, la salute è importante. Non sottovalutate i segnali che il corpo dà. Non pensate di poter essere invincibili, dopo ti viene presentato il conto. Meglio intervenire subito che doverlo fare per emergenza”.

Tantissimi, come detto, i messaggi di cordoglio di colleghi giornalisti e amici. “Proprio stamattina verso le otto del mattino un piccolo merlo canterino è entrato nel mio locale, svolazzando e andandosene dopo qualche minuto. Ciro, il mio caro collaboratore, è rimasto stupito a tal punto che ha fotografato il rarissimo avvenimento. Conosco questi segnali, che per antica tradizione familiare sono portatori di annunci. Giuseppe ha voluto salutarmi, lui che mi ha “battezzato” con il soprannome di gazzamerlina, sfottendomi infinite volte. Giuseppe non ci ha lasciato si è solo trasformato nel magico pennuto, eternamente. Ciao Giuseppe amico carissimo”, è il saluto del consigliere Municipale Pino De Stasio. “Sono senza parole ci ha lasciati Giuseppe Sbrescia”, è il commento di Francesco Vernetti ex consigliere Comunale.

“Ogni volta che ti vedevo eri sempre gentile, parlavamo sempre di argomenti notiziabili. Tu avevi anche il timore, essendo un signore, che scambiando opinioni con dei giornalisti potessi attirarti le antipatie di qualcuno del “Palazzo”. Poi, quando ti incrociavo con Tiago, ti salutavo e accarezzavo sempre quel bellissimo cane come fossi un bambino mentre tu mostravi sempre l’amore per quel cucciolone meraviglioso. Abbiamo atteso buone notizie nonostante avessimo capito la gravità della situazione. Arrivederci Giuseppe Sbrescia, meritavi ben altro percorso” scrive Antonio Sabbatino, giornalista di Internapoli.it.

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