Torna Quartieri di vita, il festival di formazione e teatro sociale diretto da Ruggero Cappuccio, realizzato con il sostegno della Regione Campania dalla Fondazione Campania dei Festival, presieduta da Alessandro Barbano. La rassegna si propone di sostenere le realtà teatrali, operanti a Napoli e nel territorio della Campania, che da anni orientano il proprio lavoro a supporto delle fasce deboli. Un’edizione, la quarta, rinnovata nella forma. Il programma di quest’anno prevede infatti due sezioni che si svolgeranno in due momenti temporali diversi.

Tra novembre e dicembre protagonista del Festival sarà un omaggio dedicato all’icona della danza contemporanea Pina Bausch a dieci anni dalla scomparsa. Ensembles è il titolo della videoinstallazione sul Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch, a cura della Fondazione Bausch – presentata dalla Fondazione Campania dei Festival e dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, presieduta da Laura Valente – che sarà ospitata dal 23 novembre al 6 gennaio (inaugurazione venerdì 22 novembre alle ore 19.00) al Museo Madre. Nell’ambito della videoinstallazione, dal 20 dicembre al 5 gennaio i visitatori del museo avranno l’opportunità di partecipare a mini-workshop condotti dalla coreografa Marigia Maggipinto, danzatrice del Tanztheater Wuppertal.

Sabato 14 e domenica 15 dicembre va in scena, invece, in debutto assoluto al Teatro San Ferdinando di Napoli, Another round for five di Cristiana Morganti, frutto di una residenza artistica che la storica interprete della compagnia di Pina Bausch ha condotto durante la scorsa edizione del Napoli Teatro Festival Italia con cinque artisti di rilievo internazionale provenienti da esperienze professionali eterogenee. Entrambi i progetti sono realizzati con il sostegno finanziario del Goethe-Institut di Napoli e del Ministero Federale degli Affari Esteri di Berlino.

Altro progetto nato nel corso del Ntfi 2019 è Esistenze. Drammaturgie arabe tra diaspora e rivoluzione, un’antologia dedicata ai testi arabi contemporanei presentati durante l’ultima edizione del Festival. I temi trattati nel volume saranno al centro di una conferenza, organizzata con l’Università degli studi di Napoli L’Orientale, che si terrà il 10 gennaio a Palazzo Du Mesnil. L’iniziativa è inserita nell’ambito di Quartieri di Vita come risultato di un progetto di formazione e di public engagement della Fondazione Campania dei Festival. La seconda parte del Festival, prevista durante i mesi di febbraio e marzo, proporrà invece 12 appuntamenti tra teatro, danza, musica e arte che esploreranno le frontiere individuali, culturali, razziali nel segno della condivisione, dell’integrazione e dell’inclusione sociale.

“Quartieri di vita – dichiara il direttore artistico Ruggero Cappuccio – anche quest’anno, investe su attività di formazione e su esperienze di cultura scenica provenienti da diversi osservatori teatrali del territorio, individuando nella sezione dedicata a Pina Bausch il paradigma virtuoso di un modo di stare al mondo che partendo dal disagio può raggiungere altissime forme di poesia. Ed è la fragilità l’essenza di Quartieri di vita. Quella fragilità sociale ed individuale che sa inventare forme di comunicazione potenti per difendersi e condividere”.

Per la parte autunnale, prosegue l’attenzione che la Fondazione Campania dei Festival dedica all’icona della danza contemporanea Pina Bausch a dieci anni dalla scomparsa. Un lungo omaggio iniziato durante l’edizione 2018 di Quartieri di vita, proseguito con il Napoli Teatro Festival Italia e che si concluderà in questa occasione. Il primo progetto dedicato a Pina Bausch è una videoinstallazione, dal titolo Ensembles, a cura della Fondazione Bausch, presentata dalla Fondazione Campania dei Festival e dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, presieduta da Laura Valente, che sarà allestita dal 23 novembre al 6 gennaio – con inaugurazione venerdì 22 novembre alle ore 19.00 – nella Sala Re_PUBBLICA Madre del Museo Madre. Un lavoro composto da videoproiezioni e musica, creato da Ismaël Dia, direttore dell’archivio della Pina Bausch Foundation, e lo storico collaboratore della coreografa, Matthias Burkert: un viaggio attraverso il tempo, la nascita, l’evoluzione, il cambiamento, il rinnovamento per scoprire il lavoro dell’artista tedesca.

A partire dal 20 dicembre, i visitatori della mostra avranno anche l’opportunità di partecipare a mini-workshop aperti a tutti della durata di trenta minuti condotti da Marigia Maggipinto, danzatrice del Tanztheater di Wuppertal, che introducono e offrono l’opportunità di imparare tecniche di movimento e piccoli estratti di coreografie della grande artista (20, 27 dicembre 2019 – 2,3 gennaio 2020 alle ore 18 e 19/ 21,22, 28, 29 dicembre 2019 e 4,5 gennaio 2020 alle ore11,12,17 e 18).

Another round for five è il titolo dello spettacolo di Cristiana Morganti che andrà in scena in prima mondiale il 14 e 15 dicembre al Teatro San Ferdinando di Napoli. Lo spettacolo, che vede la collaborazione artistica di Kenji Takagi e il disegno luci di Jacopo Pantani, è la quarta creazione dell’artista italiana residente a Wuppertal (Germania) da quando ha iniziato il suo percorso come solista e coreografa “indipendente” dal Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, di cui è stata interprete per oltre venti anni. Il lavoro è una produzione del Funaro-Pistoia con Fondazione Campania dei Festival in coproduzione con Fondazione Teatro Piemonte Europa, Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Associazione Teatrale Pistoiese, Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni e Ma Scène Nationale – Pays De Montbeliard.

Poi ci sono gli spettacoli in scena dal 21 febbraio al 6 marzo. La possibilità concreta di tracciare nuovi percorsi teatrali, di sperimentazione e di ricerca, sostenendo i relativi costi di progettazione, formazione e allestimento. È questo l’obiettivo della seconda parte di Quartieri di vita, che si svolgerà dal 21 febbraio al 6 marzo: 12 i progetti selezionati dalla Fondazione per la quarta edizione, tra i lavori laboratoriali e di scrittura scenica presentati da realtà che operano principalmente in aree a rischio.

Migranti, detenuti, pazienti psichiatrici, giovani non vedenti dell’istituto Colosimo di Napoli, minori coinvolti in corsi di teatro realizzati in beni confiscati alla criminalità organizzata del Rione Sanità: sono solo alcune delle comunità con cui Quartieri di vita ha costruito un lavoro di dialogo e investito su attività di formazione e su esperienze di cultura scenica provenienti da diversi osservatori teatrali della città di Napoli e del territorio regionale. Tra le compagnie e le associazioni coinvolte nella rassegna: il progetto laboratoriale della Fondazione di comunità San Gennaro, e gli spettacoli di lunGrabbe, Putèca Celidònia, Muricena Teatro, Napoli Nest Teatro, l’orchestra sinfonica dei Quartieri Spagnoli, Le Voci di Dentro, Teatro Civico 14, Derrière La Scene, Magnifico Visbaal, Hypocrites Teatro, Gli Alberi di Canto Teatro.

Gli esiti dei laboratori avranno tra febbraio e marzo il loro momento conclusivo e di confronto con il pubblico in teatri cittadini, ma anche in luoghi inconsueti per il teatro: dal carcere di Secondigliano, al centro giovanile Asterix di San Giovanni a Teduccio, passando per il Palazzo Ducale Orsini di Solofra (AV).

“Quando, nel corso del ’900, si è provato a sfrondare l’azione drammatica di tutti gli orpelli della tradizione, di tutte le prescrizioni delle poetiche si è visto che una cosa non poteva comunque essere eliminata: lo spazio scenico – sottolinea il presidente della Fondazione Campania dei Festival, Alessandro Barbano – Quartieri di vita è anche un modo per restituire all’uomo, alla rappresentazione della sua vita, la forza, la forma e il senso dei suoi spazi”. Un’occasione di formazione non solo attoriale. Quartieri di vita ha tracciato negli ultimi anni un cammino che ha portato i partecipanti ai laboratori ad acquisire professionalità utili per l’inserimento lavorativo a pieno titolo nel settore teatrale, in qualità di scenografi, costumisti o tecnici.

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