La nave Alan Kurdi dell’ong Sea-Eye si dirige verso l’Italia con la speranza di farvi sbarcare i 69 profughi salvati nei giorni scorsi nel mar Mediterraneo. Lo ha dichiarato l’ong tedesca ad AFP, mentre la barca si trovava nella zona del coordinamento di salvataggio maltese, che secondo l’ong resta “irraggiungibile al telefono“, quindi il capitano ha deciso di dirigersi verso le coste italiane.

“Siamo inorriditi dall’irresponsabilità dei centri europei di salvataggio in mare”, ha affermato Julian Pahlke, portavoce di Sea-Eye, ad AFP. I centri, ha proseguito, non hanno rispettato il loro “dovere di coordinamento dei soccorsi e di sicurezza”.

Sulla vicenda è intervenuta anche la scrittrice Caterina Bonvicini, da sempre attiva sul tema migranti. Su Twitter scrive che “a bordo della #AlanKurdi una donna ha cercato di suicidarsi, vanno avanti a evacuazioni mediche con il contagocce, strazianti discese a terra, è inverno e fa freddo, la nave è piccola e se piove sul ponte è un disastro. Ma cosa aspettate?” chiede prima di lanciare l’hashtag diventato subito di tendenza: “#FATELISCENDERE”.

Delle 84 persone soccorse in origine, 15 sono state già portate in Italia, ha precisato Pahlke. L’ong ha chiesto alle autorità italiane che almeno altre 10 persone, che hanno bisogno di assistenza medica urgente, possano essere ammesse sul territorio. Secondo Barbara Hammerl-Kraus, medico a bordo della nave, i migranti soccorsi sono “tutti in cattivo stato” di salute e molti di loro hanno già avuto svenimenti. La Alan Kurdi è in servizio dall’estate del 2018 e secondo l’ong ha salvato oltre 400 profughi dall’annegamento nel mar Mediterraneo.

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