Tra piogge devastanti e incendi, l’Italia si trova ad un bivio. Continuare a fermarsi ai proclami, ai commenti di circostanza o alle lacrime (magari pure sincere, per carità) di fronte a testimonianze accorate, oppure agire concretamente. Il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, nella sua informativa resa al Parlamento nei giorni scorsi sugli eventi calamitosi che stanno colpendo in Italia ha auspicato – tra le tante cose – l’elaborazione di “un piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico”.

Una bellissima idea. Che, però, era già stata realizzata e resa operativa con la nascita dell’Unità di missione Italia Sicura, all’epoca del Governo Renzi. Si abbia il coraggio, per una volta, di non far prevalere l’appartenenza politica alla bontà delle idee e si ripristini quanto a suo tempo ha cancellato l’ex premier Giuseppe Conte. E si dia una spiegazione chiara sui 15 miliardi di euro dei fondi del PNRR destinati a queste operazioni che sono stati deviati o rimossi. Che significato ha questa scelta politica?

Non certo che non si ritiene il tema prioritario, si spera. E allora? Forse è la nostra incapacità di utilizzarli efficacemente, perché non si hanno gli strumenti e la modalità operative (qualcuno direbbe “la competenza”) per farlo. Musumeci ha detto di aver svolto una ricerca dagli esiti “deludenti” su quanto fatto dai precedenti governi sul tema. Non è questa la sede per entrare nel merito, ma ora tocca a lui agire. Dunque ci sorprenda ministro: faccia meglio dei suoi predecessori e dimostri di essere all’altezza della sfida.