Prosegue l’operazione militare delle forze armate azere nel Nagorno-Karabakh, la regione contesa con l’Armenia. Le autorità armene sostengono che almeno 32 persone, tra cui sette civili, siano morte e oltre 200 siano rimaste ferite nell’operazione militare lanciata nel Nagorno-Karabakh dalle forze armate azere.

“Le forze armate azere stanno utilizzando armi pesanti, inclusa l’artiglieria, contro la popolazione” ha detto la responsabile armena della difesa dei diritti umani Anahit Manasyan. “Tra la popolazione civile, sette persone sono state uccise, due delle quali erano bambini, e 35 sono rimaste ferite, di cui 13 bambini”.

Papa Francesco, al termine dell’udienza generale, ha lanciato un “appello a tutte le parti in causa e alla comunità internazionale affinché tacciano le armi” e “si compia ogni sforzo per trovare soluzioni pacifiche per il bene delle persone e il rispetto della dignità umana”.

Ex capo governo regionale armeno: già quasi 100 morti – Un ex alto funzionario dell’amministrazione armena del Nagorno Karabakh ha detto oggi che quasi 100 persone sono state uccise e altre centinaia sono rimaste ferite nella regione dopo che l’Azerbaigian ha iniziato quella che ha definito una “grande guerra”. “Questa è una grande guerra: l’Azerbaigian ha avviato un’operazione completa”, ha detto a Reuters Ruben Vardanyan, ex capo del governo della regione. “Già centinaia di persone sono rimaste ferite e quasi 100 sono state uccise”, ha aggiunto.

Il Papa: tacciano le armi nel Nagorno-Karabakh – “Ieri mi sono giunte notizie preoccupanti dal Nagorno-Karabakh, nel Caucaso meridionale, dove la già critica situazione umanitaria è ora aggravata da ulteriori scontri armati”, ha detto papa Francesco al termine dell’udienza generale. “Rivolgo il mio appello a tutte le parti in causa e alla comunità internazionale affinché tacciano le armi e si compia ogni sforzo per trovare soluzioni pacifiche per il bene delle persone e il rispetto della dignità umana”, ha aggiunto il Pontefice.

Redazione

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