Un blitz della Dia di Palermo ha portato all’arresto i tre fratelli Gaetano, Pietro e Francesco Paolo Scotto e altri membri della cosca mafiosa operante nel quartiere Arenella del capoluogo siciliano. Tra questi c’è anche Giuseppe Costa, il fratello di Rosaria, la vedova di Vito Schifani, saltato in aria il 23 maggio 1992 insieme al giudice Giovanni Falcone di cui era parte della scorta.

Rosaria, all’epoca giovanissima, diventò il simbolo del dolore e dell’indignazione della nazione intera. Le immagini di quel funerale di stato delle 5 vittime della strage nella Cattedrale di Palermo riecheggiano ancora per non dimenticare quanto accadde. “Io vi perdono, ma vi dovete inginocchiare”, disse la giovane Rosaria con la voce spezzata dal dolore rivolgendosi ai mafiosi che le avevano ucciso così brutalmente il marito.

Oggi la famiglia Costa è tornata alla cronaca per l’arresto di suo fratello Giuseppe, ufficialmente muratore, ma che secondo le indagini della Dia, sarebbe stato l’uomo della riscossione del pizzo per conto del clan. L’uomo è accusato di associazione mafiosa e sarebbe affiliato alla famiglia di Vergine Maria. Sarebbe stato incastrato da un trojan piazzato nel suo cellulare che avrebbe registrato le conversazioni con le vittime e i capimafia per organizzare la riscossione del pizzo.

Rosaria dopo aver letto le notizie riguardo l’arresto di suo fratello si è detta addolorata. “Sono devastata – ha detto a Repubblica – Ma la mafia non mi fermerà”. Rosaria Costa vive ormai da anni lontano dalla Sicilia, ma continua senza sosta il suo impegno per la legalità. Giuseppe aveva già preso le distanze in modo plateale dalla sorella diventata in quel maggio terribile del 1992 il simbolo della Sicilia che non si rassegnava alla mafia.

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