Prestigio. Se dovessi scegliere un sostantivo per fotografare il Friuli vitivinicolo userei questo. Una regione piccola, che produce appena un milione di ettolitri, ma che produce per la gran parte vini doc e docg di altissimo livello, apprezzati in tutto il mondo.

I bianchi friulani

Prestigio, appunto. Come quello che circonda i vini bianchi friulani, un caso in cui la parola eccellenza non è pronunciata a sproposito. Il Friuli si distingue ormai da anni per il suo Sauvignon, che qui raggiunge risultati da top class internazionale, per il Friulano, vitigno iconico, tradizionale compagno dei prosciutti locali, per il Pinot bianco, che ricorda un nobile signore, riservato ed elegante, per la Ribolla gialla, uva che si esprime nella freschezza, sostenuta dal suo acido malico, o nella profondità, quando viene macerata sulle bucce, e, infine, per il Pinot grigio, vino suggestivo e ‘glamorous’ quando viene presentato nella sua versione ramata.

Prestigiosa è senz’altro l’area vitivinicola più vocata della regione: il Collio, un territorio a forma di “C” che rincorre il confine con la Slovenia, nell’area di Gorizia. Qui il clima, il terreno, la disposizione orografica, la ventilazione – tutto, insomma – creano le condizioni ideali per realizzare vini di grande pregio. Territorio collinare, esposto a Sud e protetto dai venti freddi del Nord dalla cerchia delle Prealpi Giulie, il Collio fu una delle prime regioni viticole italiane, alla fine dell’Ottocento, a introdurre e valorizzare, accanto a varietà autoctone come la Ribolla Gialla, altri vitigni  internazionali quali Sauvignon, Pinot Grigio, Chardonnay e Merlot. La vicinanza della costa adriatica favorisce, infatti, la persistenza di un microclima mite e temperato che rende il Collio terreno d’elezione per la produzione di grandi vini bianchi freschi e profumati, asciutti e armonici.

Attems: alle radici della viticoltura del Collio 

Il prestigio storico, infine, è quello che emerge dalla quasi millenaria vicenda di Attems, l’azienda vitivinicola che può considerarsi sinonimo di viticoltura in Friuli. Risale al 1106 il primo documento che attesta il possesso di terre vocate alla viticoltura in Collio da parte della dinastia Attems. La produzione di Ribolla Gialla e Refosco è registrata nei libri mastri del 1764. Fu proprio il conte Douglas Attems, poi, a fondare nel 1964 il Consorzio di Tutela dei Vini del Collio, terzo nella storia d’Italia e primo in Friuli. Dal 2000 la proprietà è passata alla famiglia Frescobaldi, un altro nome di grande prestigio della viticoltura italiana, con base in Toscana. L’impegno è quello di coltivare le radici di questa azienda, ben salde nella storia, ma interpretando il territorio friulano con una visione contemporanea. Il risultato? Vini pregiati, territoriali, eleganti.

Come i quattro – Pinot Grigio, Pinot Grigio ramato, Trebes e Cicinis – che ho avuto l’opportunità di assaggiare di recente nel corso della degustazione guidata da Daniele Vuerich, il giovane enologo dell’azienda, laureato a Udine nel 2008. “La Tenuta si estende per 79 ettari, di cui 44 vitati, nel comprensorio del Collio Goriziano, la parte più orientale del Friuli”, spiega Vuerich. “A un’altitudine media di 130 metri, i vigneti sono coltivati a Ribolla Gialla, Sauvignon Blanc, Pinot Grigio, Chardonnay e Merlot. Il processo di vinificazione – continua l’enologo – ha inizio con la raccolta delle uve per parcelle distinte. A questa seguono le fasi di pressatura e di macerazione, mediante tecniche che limitano il contatto con l’ossigeno, allo scopo di preservare il più possibile il patrimonio aromatico di ogni varietà. La fermentazione, a temperatura controllata e con tempi variabili a seconda dei vitigni, conferisce alle uve il giusto grado di complessità”.

Il Pinot Grigio, che passione!

I primi due vini degustati sono realizzati con Pinot Grigio, vitigno di origini francesi che nel Friuli si esprime in modo straordinario. “Queste uve ci danno grandi soddisfazioni”, dice Vuerich. “Nei vini che derivano si percepisce l’influenza delle Alpi e del mare”.

In particolare, il Pinot Grigio Friuli Doc 2019 è un assemblaggio di uve coltivate in vigneti diversi, tra le piane e i pendii della provincia di Gorizia. Il suolo è composto da marne e arenarie formatesi dal sollevamento dei fondi marini 50 milioni di anni fa. Colore giallo paglierino chiaro, al naso note di agrumi e frutta gialla matura con sfumature di timo e spezie dolci. Buone la struttura e la sapidità che ne fanno un buon compagno quotidiano di pasti a base di carni bianche.

Il Pinot Grigio Ramato Friuli DOC 2019 è un grande classico che affonda le sue radici nella storia della Repubblica di Venezia. Il mosto resta 24 ore a contatto con le bucce durante la vinificazione: da qui l’affascinante sfumatura rosata. Vezzosa e un po’ ‘glam’ l’etichetta: il disegno, che fa l’occhiolino allo stile liberty dei primi del Novecento, illustra il tipico paesaggio friulano che va dalle Prealpi Giulie al Mare Adriatico. Convince l’intensità e la varietà dei profumi: dai fiori di campo alla pesca gialla, alla fragolina, al pompelmo rosa. Al palato si avverte una struttura consistente e delicatamente minerale. Il finale è sapido con un piacevole ritorno aromatico. Funziona bene come aperitivo e per i piatti a base di pesce e crostacei.

Il senso della “ponca” per la Ribolla e il Sauvignon

Con i due vini successivi si passa sulla cosiddetta “ponca”, un terreno tipico di queste zone la cui composizione, di origine marina, risale a milioni di anni fa ed è costituita da arenarie con alternanza di marna. “Terreno sabbioso e limoso, ideale per la viticoltura, caratterizzato da una roccia che si spacca e si frantuma, capace di influenzare le caratteristiche aromatiche dell’uva e la sapidità del vino”, ricorda Vuerich. È qui che Attems alleva le viti di Ribolla Gialla e di Sauvignon. Ed è proprio la ponca che aggiunge al Trebes Collio Doc 2018 a base di Ribolla (vitigno conosciuto da secoli, forse risalente al Medioevo, varietà versatile che offre vini snelli e acidi, ottima come base gli spumanti) una vibrante acidità e un finale dalla sapidità tipicamente marina. Il nome del vino deriva dall’omonimo ruscello che scorre proprio al di sotto del vigneto. “Sottoposto a una macerazione per alzata di cappello e a un lieve passaggio in botti di acacia, il Trebes rispetta il frutto delicato della Ribolla”, assicura Vuerich. Il colore è un giallo brillante e intenso, quasi oro. Al naso presenta una certa complessità: fiori gialli di tarassaco, melone giallo, nota mellita di acacia. Il sorso è corposo e regala l’acidità spiccata che è tipica della varietà. Retrogusto agrumato e sapido. Un vino delicato, fresco e cesellato, ottimo come aperitivo o in abbinamento a piatti vegetariani e di mare.

Sulla stessa tipologia di terreno Attems alleva le viti di Sauvignon Blanc che sono la base del Cicinis Collio DOC 2018. “Il colle di Cicinis è un luogo storico di questo areale. Siamo a metà strada, 15 km, tra il mare e la montagna. Il mare garantisce un clima caldo, la montagna abbassa la temperatura fino a 10 gradi di notte durante l’estate. Questi sbalzi garantiscono l’intensità aromatica”, spiega l’enologo Vuerich. Per le uve aromatiche di Sauvignon si tratta del terreno ideale. “La fermentazione e la maturazione del Sauvignon avvengono in parte in serbatoi di cemento a forma di uovo, che creano moti che spingono i lieviti verso l’alto, e in parte in barrique e tonneaux (55%)”, precisa Vuerich. Il  colore nel calice è giallo con riflessi verdi. I profumi per lo più vegetali sono tipici del vitigno, ma senza eccessi: i fragranti sentori di salvia e di menta sono arricchiti da sensazioni speziate e di pepe bianco. Caratterizzata da un’acidità verticale, la bocca gode di note agrumate e dei sentori tipici provenienti dai lieviti. Finale salino e speziato. L’abbinamento migliore è con le carni di maiale e con i condimenti cremosi.

Se il Sauvignon è a buon diritto il protagonista principale di questo territorio, si può certamente concludere che il Cicinis di Attems ne rappresenti l’ambasciatore più prestigioso.

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