È sempre più in bilico la concessione autostradale di Aspi. «Non faremo sconti», afferma il premier Giuseppe Conte, spiegando che «tutti quanti stiamo aspettando la fine di questo procedimento amministrativo, ormai siamo in dirittura d’arrivo». Sulla revoca della concessione sale il pressing di Luigi Di Maio, di tutto il M5S e anche del suo cofondatore Beppe Grillo, che su Twitter scrive: «È tempo di cambiare». «Si va verso la revoca delle concessioni autostradali, bisogna togliere a questi signori la concessione il prima possibile dopo che hanno preso i nostri soldi per i pedaggi senza fare la manutenzione delle strutture», tuona Di Maio. «Capisco» le esternazioni di Grillo e Di Maio, dichiara a stretto giro il Presidente del Consiglio. Proprio sul blog delle Stelle il movimento ricostruisce la storia della concessione ai Benetton partendo dagli anni 90. E sui mancati investimenti di Autostrade per l’Italia sulla sicurezza, incalza il ministro pentastellato Stefano Patuanelli. «C’è un’evidenza fattuale che non hanno fatto quello che dovevano fare», sottolinea il titolare del Mise. Sulla rete autostradale «gli investimenti sono fermi, i viadotti vengono chiusi, non è accettabile», aggiunge, precisando che sulle concessioni autostradali «c’è un procedimento in corso che si sta avviando a conclusione» e «credo vada portato a termine nell’interesse generale del Paese».
Sull’eventuale revoca della concessione ad Aspi, però, non c’è ancora una data ben definita, afferma la ministra Pd dei Trasporti e delle Infrastrutture, Paola de Micheli, specificando che il tema delle concessioni autostradali «non è una questione politica, ma di difesa». Guardando alla futura gestione delle autostrade nel complesso, Patuanelli parla di «diversi modelli» che potrebbero essere «applicati in modo sano sui diversi territori». Ed indica come esempio quello di Autovie Venete, definendolo «un modello virtuoso» gestito «al 100% in house». Ma precisa anche di «non essere favorevole che tutta la gestione di 3.000 chilometri vada ad un unico soggetto», segnalando come possibile soluzione quella di modelli «infraregionali». Intanto Atlantia, la holding dei Benetton a cui fa capo Aspi, si trincera dietro il silenzio ma nel frattempo il titolo cede in Borsa, lasciando sul terreno il 2,4% ed è maglia nera a Piazza Affari, tornando vicino ai minimi di metà settembre, quando vennero alla luce i falsi report sullo stato di salute dei viadotti gestiti da Autostrade.

Redazione

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