Haidar è caduto dentro a un pozzo. È rimasto incastrato, bloccato da due giorni. E la paura è che possa ripetersi la tragedia del piccolo Rayan, il bambino di 5 anni rimasto intrappolato dentro un pozzo in Marocco, e morto dopo quattro giorni; una storia che a sua volta ricordava quella del piccolo Alfredo Rampi che nel 1981 morì in un pozzo artesiano a Vermicino. È quindi corsa contro il tempo in queste ore in un remoto villaggio dell’Afghanistan per salvare Haidar, che ha nove anni.

Il villaggio di si chiama Shokak, nella provincia di Zabul. Haidar sembra essere in grado di muovere le braccia e la parte superiore del corpo. Sul posto anche alcuni funzionari del nuovo governo talebano. “Stai bene figlio mio? Parlami e non piangere, stiamo lavorando per tirarti fuori”, le parole del padre per rassicurarlo. “Va bene, continuerò a parlare”, la risposta di Haidar. L’operazione di salvataggio è in corso in queste ore sono stati diversi i video postati dai cittadini e dai funzionari sui social network.

Le immagini sono state girate grazie a una telecamera fatta calare nel pozzo con una fune. I funzionari locali hanno stimato che il bambino sia incastrato a una decina di metri del pozzo profondo 25 metri. “C’è una squadra con un’ambulanza, ossigeno e altre attrezzature necessarie”, il tweet di Abdullah Azzam, segretario del vice primo ministro Abdulghani Barada. Per intervenire e salvare il piccolo i soccorritori hanno cominciato a scavare da un fosso aperto ad angolo in superficie.

Simile tecnica era stata utilizzata per salvare il piccolo Rayan, a inizio febbraio. Il bambino marocchino stava giocando davanti al suo villaggio di Tamrout quanto è caduto in un pozzo asciutto di proprietà della famiglia. Ed era rimasto incastrato a 32 metri, in un punto in cui la larghezza era di circa 25 centimetri. A ostacolare la corsa contro il tempo le rocce e la terra che franava lungo il pozzo. Lo sforzo di speleologi, volontari e soccorritori sembrava essere stato premiato quando il piccolo era stato raggiunto e tirato fuori. Poco dopo il tragico comunicato della Casa Reale marocchina. “Il bambino è morto a causa delle ferite riportate durante la caduta”.

La distanza per raggiungere Haidar è “molto breve e i soccorritori dicono che possono udire le grida del bambino. La speranza è che possa essere salvato presto”. Ha detto il segretario del vice primo ministro.

 

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.