Politica
Blocco al taglio dei parlamentari, raggiunte le firme per il referendum

“Al Senato abbiamo appena raccolto le 64 firme necessarie per indire un referendum confermativo sulla legge costituzionale che riduce il numero dei parlamentari, come previsto dalla nostra Costituzione”. Lo annuncia il senatore dem Tommaso Nannicini, che ha promosso la raccolta delle firme insieme ai colleghi di Forza Italia Andrea Cangini e Nazario Pagano.
“Anche grazie alla mobilitazione dei radicali nelle ultime settimane, abbiamo superato il numero previsto di 64 senatori per indire il referendum. È una buona notizia, perché l’ultima parola spetterà ai cittadini e potremo finalmente aprire una discussione pubblica sul tema”, aggiunge. L’ultima e decisiva firma è arrivata da Francesco Giacobbe, senatore eletto in Australia.
“Sul piano politico – aggiunge Nannicini – i mesi in più che abbiamo davanti saranno utili per capire se arriveranno una buona legge elettorale e quei correttivi costituzionali che la maggioranza si è impegnata a introdurre. Dobbiamo semplicemente dare un senso a un taglio lineare della rappresentanza politica che al momento un senso non ce l’ha – conclude -. E sarà anche uno stimolo positivo perché la maggioranza possa rafforzare la propria coesione nel 2020 rilanciando un programma di legislatura”.
IL VIA LIBERA AI TAGLI – Il nuovo assetto parlamentare, col calo da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori, era stato approvato con una maggioranza bulgara lo scorso 8 ottobre alla Camera: avevano votato a favore Movimento 5 Stelle, Pd, Italia Viva, Leu, Forza Italia, lega e Fratelli d’Italia.
LO SCENARIO – Con il raggiungimento del quorum per il referendum, si blocca il taglio dei parlamentari: la legge doveva entrare in vigore all’inizio del 2020. In questo modo se la legislatura si concludesse nei prossimi mesi per una eventuale crisi nel governo giallo-rosso, si tornerebbe alle urne per eleggere l’attuale numero di quasi mille parlamentari e non quello ridotto del 30% come previsto dalla legge.
LA REAZIONE DEL GOVERNO – Il raggiungimento delle firme per il referendum sul taglio dei parlamentari è un rischio per il governo? “Assolutamente no: continueremo a lavorare come governo e maggioranza per raggiungere risultati come l’approvazione del decreto scuola al Senato e la chiusura della manovra alla Camera. Non vedo alcun problema all’orizzonte”. È quanto affermato ai giornalisti presenti alla Camera dal ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. “Accogliamo le prerogative del Senato e siamo convinti che il referendum dimostrerà ancora di più quanto la scelta sia stata positiva, riteniamo che cittadini siano a favore del taglio dei parlamentari” aggiunge.
LA POSIZIONE DI FDI – Il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, ricordando come il partito abbia votato a favore del taglio del numero dei parlamentari “sia alla Camera che al Senato”, ha spiegato che FdI “manterrà la coerenza anche in caso di referendum confermativo e annunciamo, sin da ora, che chiederemo agli italiani di andare alle urne e votare sì”.
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