La Calabria si prepara al voto per il rinnovo del Consiglio regionale e l’elezione del governatore. Voterà insieme all’Emilia, fine gennaio. È iniziata la battaglia politica per le candidature. La novità, quest’anno, è che la battaglia non si svolge nelle sedi dei partiti ma nelle stanze delle Procure. Le Procure hanno avocato a sé il compito di nominare i candidati. A dire la vera vera verità, non c’è nessuna battaglia. La Procura che comanda è una sola, quella di Catanzaro, e al suo interno non sono ammessi molti dissensi. Decide il Capo, il dottor Nicola Gratteri, opinionista molto noto, scrittore di libri di successo, presenza costante – e di solito senza alcun contraddittorio – in svariate trasmissioni televisive. Gratteri, da diverso tempo, ha preso di mira l’attuale governatore della Calabria, cioè Mario Oliverio, sessantacinquenne leader del Pd che viene dalla vecchia scuola comunista. Nasce addirittura con la Fgci (cioè i giovani comunisti) di D’Alema, anni Settanta. Lo ha preso di mira e lo colpisce coi mezzi che ha: avvisi di garanzia, richieste di arresto. Più di un anno fa ha chiesto al Gip che lo mettesse in prigione. Il Gip gli ha detto di no, perché – ha spiegato – non c’erano indizi sufficienti. E ha disposto il domicilio coatto. Qualche settimana dopo Gratteri ha chiesto di nuovo l’arresto. E il Gip di nuovo ha detto di no. Poi Oliverio ha fatto ricorso in Cassazione contro il domicilio coatto. Cosa gli ha risposto la Cassazione? Ha cancellato il domicilio coatto e ha parlato di “chiaro pregiudizio accusatorio”. Una bastonata per Gratteri: pregiudizio accusatorio è una accusa gravissima, per un Pm. Roba da stroncargli la carriera. Voi pensate che il processo a Oliverio si sia fermato? Macché: va avanti. E soprattutto va avanti il processo mediatico che Gratteri conduce parlando in pubblico di accuse che Gip e Cassazione hanno messo in discussione. Non è molto chiaro perché né il ministero né il Csm intervengano per fermarlo.

Il Pd, cioè il partito di Oliverio, come ha reagito a questo attacco scatenato del procuratore di Catanzaro che, peraltro, accusa Oliverio di un reato commesso a Cosenza (avrebbe spinto per il rallentamento dei lavori su una piazza, per danneggiare Mario Occhiuto, sindaco di centrodestra)? Ha reagito decidendo il ritiro della candidatura di Oliverio, in omaggio a Gratteri. Il quale nel frattempo ha spedito gli avvisi di garanzia anche a Occhiuto (che sarebbe la vittima di Oliverio) per qualche altro reato commesso da sindaco. E la Lega si è anche lei accodata a Gratteri e ha detto a Forza Italia: niente Occhiuto.

Così succede che i due candidati naturali a contendersi l’elezione a governatore della Calabria vengono abbandonati dai loro schieramenti. Oliverio ha deciso di correre lo stesso, per conto suo, ed è convinto di avere le possibilità di vincere. Occhiuto deve ancora decidere il da farsi. Intanto il procuratore Gratteri si frega le mani. È vero che le sue inchieste sui delitti calabresi non vanno molto lontano, però intanto la sua iniziativa politica viene premiata da netti successi. Probabilmente Occhiuto e Oliverio sono due dei personaggi più importanti della politica calabrese degli ultimi dieci anni. L’altro personaggio importante è Peppe Scopelliti, ma l’hanno messo in prigione.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.