Ieri sera a Di Martedì su La7 è andato in scena uno scontro verbale molto acceso tra il leader di Azione Carlo Calenda e il presidente della Fondazione Almirante Massimo Magliaro. Ospiti di Giovanni Floris, i due hanno iniziato a parlare dell’operato di Giorgia Meloni per poi finire a discutere, incalzati dal conduttore, della candidatura del generale Roberto Vannacci e delle sue provocazioni con la Decima Mas.

Lo scontro tra Calenda e Magliaro

Magliaro ha provato a riportare la conversazione su temi attuali, dopo aver negato la compartecipazione della Repubblica Sociale Italiana allo sterminio degli ebrei. E Calenda ha risposto: “Io parlerei del 2024 se non ci fosse un imbecille che invoca la Decima Mas, parlerei di pensioni, di salari, di sanità ma parlo di queste cose se non ci sono ogni due minuti un cretino che inneggia al nazifascismo. Non ho mai dato della fascista a Giorgia Meloni, ma avete rotto le balle”.

“Ma io mica ho messo la falce e martello e ho scritto votate Peppone” continua Calenda, in riferimento sempre a Vannacci. “Ma io non ho mica i busti di Mussolini a casa. Io provo a parlare di scuola, sanità e salari e ogni tre minuti arriva quello con la scritta “trux“, quell’altro con la X, ma basta, ma mandateli a fare un TSO, un trattamento sanitario obbligatorio, così parliamo d’altro in Italia.

 

Redazione

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