L'intervento del leader di Azione
Calenda si prende il centro: “Renzi? Noi non andiamo a fare i cespugli ai populisti per quattro posti in Parlamento”

“È tutto una presa in giro”. Si potrebbe riassumere con questa frase il pensiero di Carlo Calenda riguardo gli ultimi sviluppi politici al centro, specie quelli portati avanti da Matteo Renzi. Ma il leader di Azione va anche oltre e fa un ragionamento più ampio, in riferimento al rapporto tra destra e sinistra e agli spauracchi agitati sia dall’uno che dall’altro schieramento. Il tutto partendo dalla ormai celebre Partita del Cuore.
Calenda: non è più politica, ma spettacolo
Nella sua intervista sul Corriere della Sera, Calenda la vede così: “Schlein che scherza con La Russa come fossero amiconi dopo che da mesi il Pd gli dà del fascista. Come ha scritto Gramellini “ce li vediamo Gramsci e Starace a prendersi a pacche sulle spalle”. E ancora, Renzi che fa della foto con Schlein l’incipit di un cambio di posizione politica che l’ha portato dal far votare La Russa e al dichiararsi erede di Berlusconi a zompare a piè pari e senza condizioni nel campo largo. È uno spettacolo, non è più politica. Diciamo la verità, le immagini di quella partita dicono che “il Re è nudo”. Cioè? “Ci fanno capire che gli allarmi democratici, le accuse di fascismo e comunismo sono tute favole che servono a tenere buoni i cittadini. La verità è che il conflitto perenne è uno spettacolo che serve alla destra e alla sinistra per militarizzare gli elettori senza dover portare alcun risultato. Ma intanto hanno allontanato un elettore su due. Questo è l’unico pericolo democratico vero” aggiunge il leader di Azione. E Calenda delinea uno scenario che dire tetro è poco: “Di questo passo l’Italia salta in aria. Eppure nulla sembra cambiare: le liste d’attesa sanitarie si allungano, i ragazzi scappano; il sud è in dissesto ma noi continuiamo con lo stesso spettacolo, imperterriti”.
Calenda, il campo largo e il bisogno di un centro repubblicano
E Calenda ora, dopo la svolta a sinistra di Matteo Renzi, vuole prendersi tutta l’area centrista, o almeno quella che riesce a ricavare stretto tra i due poli: ripartendo dal magro 3,4% ricavato alle elezioni europee. “Qualcuno dovrà pure avere l’onestà di dirle queste cose ai cittadini”, dice il leader di Azione, come a voler dire: va data una casa a chi vuole ancora essere autonomo dalla destra e dalla sinistra. “Ma aggiungo, la nostra disponibilità a votare riforme giuste o a sostenere candidati capaci come de Pascale in Emilia ci sarà sempre. Azione è nata sul presupposto che l’Italia non può continuare a perdere tempo dietro a questo teatrino che non produce nulla. Senza un centro repubblicano pragmatico e serio, questo paese non regge. Metà della sinistra e due terzi della destra non hanno votato la Commissione europea. Ma come si fa a stare insieme in Italia e uno contro l’altro in Europa”, aggiunge Calenda.
Ma niente campo largo, una questione che l’ex ministro derubrica a dibattito “estivo e inutile”. “Esisterà un campo largo quando esisterà un programma e ci saranno le elezioni politiche. La politica non è un gioco, è qualcosa che incide sulla vita delle persone. Dall’inizio dell’anno Stellantis ha tagliato di un ulteriore 25% la produzione in Italia. Ma di questo non parliamo. Urso convoca tavoli e va Landini che parla di chi deve prendere parte al campo largo” rimarca Calenda.
Calenda contro la scelta di Renzi: va a fare i cespugli dei populisti per un posto in parlamento
Poi la stoccata diretta, poco fraintendibile, nei confronti di Matteo Renzi: “Per quanto lunga e difficile non c’è che una strada: costruire un’area di buongoverno al centro dello schieramento politico, aperta al dialogo, che non aizzi l’odio tra i cittadini ma che tenga ben aldi i propri valori occidentali, di responsabilità sulla finanza pubblica; di impegno a promettere solo ciò che si può realizzare. Da noi massima disponibilità a discutere di un’agenda di governo, ma non andiamo a fare i cespugli dei populisti per quattro posti in Parlamento”. Calenda quindi vede il nuovo posizionamento di Renzi solo come un modo intrapreso dall’ex premier per assicurarsi alcuni posti in parlamento alle prossime elezioni per lui e i suoi fedelissimi, grazie ai voti di un’alleanza del centrosinistra. Anche perché Italia Viva oggi, tra crisi e rischi scissione, è stimata tra il 2 e il 2,5% nei sondaggi.
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