Entro l‘8 maggio 2020 i professionisti e lavoratori autonomi della Regione Campania hanno avuto la possibilità di richiedere un bonus da mille euro in virtù dell’attuazione ad una misura del piano emergenziale di cui alle Delibere n. 170 e 171 del 7 aprile 2020. Un sostegno per i liberi professionisti e lavoratori autonomi, con l’erogazione del contributo economico, una tantum. Un fondo che prevede circa 80 milioni di euro da destinare a pioggia. Una bella iniziativa di solidarietà per supportare i numerosi liberi professionisti nel momento di difficoltà senza precedenti. Poi 20 e 21 settembre le elezioni, che Vincenzo De Luca ha stravinto, staccando di oltre 40 punti gli avversari Caldoro e Ciarambino. Incassato il voto, nella notte tra il 6 e il 7 ottobre i professionisti campani che avevano chiesto e ottenuto il bonus, si sono visti arrivare nella casella di posta certificata una richiesta di documenti: è necessario verificare che chi ha ottenuto il bonus ne avesse i requisiti.

Nel bando si legge che “le disposizioni contenute all’art. 9 dell’Avviso, stabiliscono che la Regione Campania, in qualsiasi momento, anche successivamente all’erogazione del beneficio, si riserva di effettuare i controlli, anche a campione, previsti dalle norme e dai regolamenti, per verificare i requisiti generali previsti dalle disposizioni vigenti in materia di sovvenzioni pubbliche oltre che in ordine alla veridicità delle dichiarazioni e delle informazioni rese ex artt. 46 e 47 del DPR 455/2000 ss.mm.ii., formulate in sede di presentazione della domanda, sia in forma diretta sia mediante strutture convenzionate”. Così il destinatario del bonus è tenuto a trasmettere alla Regione Campania, entro 10 giorni dalla richiesta da parte degli uffici regionali, tutta la documentazione ritenuta necessaria al fine della verifica delle dichiarazioni rese in autocertificazione, anche con riferimento alla documentazione contabile (es. dichiarazioni fiscali e fatture emesse).

In pratica entro il 30 ottobre 2020 i professionisti sono tenuti a caricare sulla piattaforma dedicata all’Avviso documenti che dichiarino l’inizio attività in sede di attribuzione di Partita Iva, necessariamente la Campania, e Dichiarazione RPF 2020 anno di imposta 2019 corredata dalla relativa ricevuta di avvenuta trasmissione all’Agenzia delle Entrate. La Regione Campania può certamente avviare controlli, come già dichiarato nel bando di maggio, ma sorprende la tempistica: succede subito dopo la schiacciante vittoria elettorale e con una scadenza giusto un mese prima dei termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi, che la Regione Campania invece vuole entro il 30 ottobre. Una presunta “cambiale elettorale”, così come ripetuto più volte durante la campagna elettorale da Stefano Caldoro (“non ho pagato cambiali elettorali, a differenza della attuale amministrazione”).

Il Governo decise infatti di prolungare i tempi di scadenza per la dichiarazione dei redditi al 30 novembre, sempre per agevolare soprattutto i lavoratori autonomi e dare loro respiro per riprendersi. Adesso “l’Amministrazione regionale sta procedendo con le attività di controllo previste dall’art. 9 dell’Avviso in merito ai requisiti autodichiarati in sede di domanda di contributo: sede/studio sul territorio regionale e fatturato dell’anno 2019 inferiore a 35.000 euro”. I lavoratori autonomi e soprattutto i commercialisti dovranno sbrigarsi a produrre il materiale richiesto con urgenza dalla Regione Campania ma che per lo Stato vanno consegnati entro il 30 novembre.

Sono dunque ore di panico anche per i commercialisti che adesso dovranno anticipare di un mese tutto il lavoro previsto in chiusura entro il 30 novembre. “È una follia – dicono i commercialisti – noi stiamo nel panico perchè non avevamo previsto di dover consegnare tutto un mese prima”.

Giovanni Pisano

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