Un popolo di cultura, nazionalità e lingue diverse si è raccolto e ha incontrato ieri pomeriggio in Piazza Plebiscito, nei pressi della Prefettura di Napoli, un popolo variegato ma che porta addosso gli stessi drammi, gli stessi limiti e problematiche di una quotidianità ostacolata da una sanatoria che ha preteso un’ampia documentazione e pagamenti, come l’F24 e gli oneri contributivi, ma senza erogare nemmeno un permesso di soggiorno. L’appello che il popolo della sanatoria ha redatto ha un titolo emblematico (“Volevate braccia ma sono arrivati uomini”) ed è stato e sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil, oltre che dalle Comunità dei migranti presenti nella città di Napoli, da trenta associazioni che operano nel settore dell’immigrazione e per la difesa dei consumatori, dalle ong e dalle onlus. Tutti insieme con un’unica richiesta: permessi di soggiorno subito!

È passato giusto un anno dal mese di maggio dell’anno scorso, quando col decreto Rilancio è stata predisposta la misura che prevedeva l’emersione dei rapporti di lavoro irregolari per colf, badanti e lavoratori dell’agricoltura. A oggi, però, tutte le speranze di una regolarizzazione e di un permesso di soggiorno definitivo vacillano. Sono più di 30mila le richieste di regolarizzazione in Campania, più di 19 mila solo a Napoli e provincia e senza permesso di soggiorno le lavoratrici e i lavoratori immigrati non possono avere la tessera sanitaria, accedere alle cure, essere sottoposti ai vaccini anti-Covid, accedere agli uffici pubblici, ottenere un semplice modello Isee oppure lasciare l’Italia per raggiungere i familiari che li attendono nel Paese di origine.

Cgil, Cisl e Uil di Napoli, rispettivamente con Cinzia Massa, Melicia Comberiati e Camilla Iovino, insieme con Marilena Passaretti di Hamef onlus, Pierre Preira dell’associazione dei senegalesi di Napoli ed Hedy Tabbessi, in rappresentanza di un gruppo di lavoratori in attesa di permesso di soggiorno, hanno portato le esigenze di tutto il popolo della sanatoria al tavolo della Prefettura che si è detta disponibile a un nuovo incontro a stretto giro, ma anche a stabilire una continuità nei rapporti con le confederazioni sindacali, le comunità di migranti e le varie associazioni. Un dialogo importante che, secondo la rete formatasi per la sanatoria, vede la necessità di allargare il dibattito anche sul nodo dell’idoneità alloggiativa che ostacola la procedura per avere il permesso di soggiorno e su un’altra necessità, quella di poter discutere di uno strumento più ampio di regolarizzazione che veda inclusi tutti lavoratori di altri settori, come il commercio, i servizi e l’edilizia che, di fatto, vivono e operano a Napoli e in Campania ma che attualmente sono invisibili.

«L’iniziativa che ci ha visti costruire una rete unitaria e compatta è solo una delle prime che vogliamo mettere in campo e che ci vedranno nelle prossime settimane impegnati su di un fronte più largo – affermano Massa, Comberiati, Iovino, Passeretti, Preira e Tabbessi – Sono energie e volontà che non vanno disperse e che devono riportare al centro le tematiche dei popoli migranti. Perché è necessario parlare nuovamente di tutele, dignità e diritti che, anche in questa pandemia e durante il lockdown, sono stati messi a tacere; anzi, sono stati negati e calpestati allargando e acuendo svariate forme di illegalità e abusi che già esistevano».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.