Si è conclusa a fine giugno la consultazione a cura del Ministero della Sanità tedesco di oltre 200 esperti e parti interessate alla regolamentazione legale della cannabis, voluto dalla coalizione di governo rosso-giallo-verde. Spd, Verdi e Liberali cominciano ad affrontare i temi, in alcuni casi spinosi, della legalizzazione che secondo le stime porterebbe nel bilancio statale circa 4,7 miliardi di euro fra nuove entrate e minori spese.

Si parte dalla considerazione che la repressione ha fallito nel suo scopo primario: la diminuzione dell’offerta e della domanda. L’obiettivo è la redazione di un documento base per l’autunno e l’avvio del processo legislativo entro l’anno. Per vederlo concluso bisognerà attendere l’autunno 2023.

Durante le consultazioni esperti da Malta, Uruguay, Canada e Usa hanno spiegato come hanno regolamentato, e come è possibile garantire la protezione dei minori, una delle preoccupazioni più forti anche in Germania. Studi e statistiche dimostrano come, dopo le legalizzazioni, non si è avuto alcun aumento dell’uso fra gli adolescenti. Anzi: l’uso fra i minori è diminuito, mentre è aumentata sia l’età media di primo consumo che la percezione del rischio.

La maggioranza che sostiene Scholz oltre che convincere i dubbiosi, in particolare nelle file dell’Spd, dovrà affrontare altri due ostacoli. Il primo è il consenso politico nella camera federale, ancora a guida Cdu. Il secondo è il nodo dei trattati internazionali. Potrà seguire la strada di Canada e Uruguay, portando alle estreme conseguenze l’interpretabilità delle convenzioni sancita nel 2016 all’Assemblea Generale dell’Onu sulle droghe, ovvero aprire una fase di ricontrattazione dei termini delle stesse, per sé o per tutti, opzione che però appare irrealistica. Poi ci sono gli accordi europei, a partire da Schengen. Se la parziale depenalizzazione del referendum italiano o quella totale della legge maltese non vi confliggevano, la regolamentazione legale di produzione, distribuzione e vendita nei negozi fa invece più fatica ad inquadrarsi nell’attuale tessuto dei trattati europei.

Sia dal punto economico che politico, la svolta in Germania sarebbe un impulso inarrestabile in Europa e nel mondo. Anche nella rivisitazione del diritto internazionale a partire da quello europeo. Un supporto dal basso potrebbe venire dalla Iniziativa dei Cittadini Europei che – su impulso di Eumans – la Società Civile sta preparando con l’obbiettivo, dall’autunno prossimo, di raccogliere oltre un milione di firme per rendere l’Unione Europea Cannabis friendly.

Rientrando in Italia i dati dell’ultimo Libro bianco sulle droghe confermano il disastro della gestione in chiave proibizionista delle sostanze. Il 35% dei detenuti è in carcere per droghe, il doppio della media europea (18%), molto di più della media mondiale (22%). È un dato più alto anche di paesi che in quanto a repressione non scherzano, come la Russia (29%). Le persone che usano sostanze che restano in carcere sono il 28% sul totale: un record negli ultimi 16 anni. La cannabis è la sostanza al centro della repressione: rappresenta il 75% dei sequestri (piante escluse), oltre il 50% delle operazioni antidroga e il 43,5% dei denunciati (dati DCSA). Oltre un milione di persone è stata segnalata ai prefetti per mero uso di cannabis dal 1990 ad oggi. Dati disarmanti, che denunciano come la legislazione sulle droghe sia il vero fulcro dell’attività repressiva dello stato e la causa vera del sovraffollamento carcerario.

Paragonata al dibattito in Germania, la discussione politica italiana è altrettanto sconfortante. Nello sprint di fine legislatura, Ius Scholae e Cannabis sembrano esser diventati il centro dello scontro politico. Fra una minaccia di uscita dal Governo di Salvini e l’altra, i più attenti avranno notato come la parola “cannabis” è puntualmente evitata dal segretario del PD Enrico Letta, con una precisione tale da sospettare un sostegno solo formale. Eppure, i sondaggi mostrano un trasversale favore alla legalizzazione della cannabis, con picchi di consenso nel “campo largo” e fra i giovani. Giovani che in massa hanno firmato per il referendum e che in 20.000 hanno seguito la scorsa settimana la diretta parlamentare sulla discussione del progetto di legge Magi-Licatini. Sono quegli stessi giovani che i partiti da anni cercano di intercettare, riuscendoci poco e male. Riflettano Enrico Letta, il “campo largo” e tutti coloro che si definiscono riformisti: Muijica, Trudeau e i referendum vinti a ripetizione negli USA insegnano che la regolamentazione legale di una sostanza che è stata usata da più di un terzo della popolazione non è più questione elettoralmente neutra.

La legge in discussione, peraltro, si limita a dare certezza legislativa ad un principio già assunto dalla massima giurisprudenza della Cassazione: coltivare poche piante ad uso personale non è condotta penalmente rilevante. Con la norma si definisce e limita (più che liberalizzare) questo ambito di non punibilità. Ha poi il pregio di differenziare le condotte di spaccio di lieve entità fra cannabis e droghe più pericolose. Una distinzione che esisteva già, ma che per un complicato susseguirsi di eventi – culminato con l’illegittimità costituzionale della Fini-Giovanardi – è venuta meno. A ben guardare la legge Magi-Licatini allinea semplicemente il dettato del Testo Unico sulle droghe al Diritto vivente e alla sua ratio originaria di differenziazione delle pene a seconda delle sostanze.

Ammirando l’onda verde arrivare in Europa, non si tratta certo della legge di riforma complessiva che in tanti si aspettano. La sua approvazione sarebbe però un primo passo. Permetterebbe di liberare centinaia di migliaia di persone dal cappio penale, rompendo il legame con il mercato criminale, esentando le forze dell’ordine dal controllare balconi ed armadi (sic!) ed evitando di intasare i tribunali di migliaia di processi inutili. Un passo in piena linea con le conclusioni della Conferenza Nazionale sulle dipendenze di Genova del novembre scorso, anche se dispiace che la Ministra Dadone giochi oggi in retroguardia e sia incapace di rivendicarne politicamente gli esiti.

*Forum Droghe

Leonardo Fiorentini*

Autore