Contrordine sul canone Rai in bolletta. La tassa infatti continuerà ad essere riscossa tramite la bolletta elettrica e non farà ritorno, almeno nell’immediato, al precedente metodo di riscossione. L’ipotesi di eliminare l’imposta in fattura, introdotta nel 2015 dal governo Renzi per tentare di mettere un freno all’evasione fiscale, resterà tale.

I rumors provenienti da ambienti di maggioranza, di cui aveva parlato anche questo giornale, non hanno trovato conferme nell’esecutivo ma soprattutto non risultano interventi sul tema nella bozza del disegno di legge per la concorrenza. Come spiega oggi il Sole 24 Ore, il provvedimento doveva essere presentato entro fine luglio, ma appare ormai certo uno slittamento a settembre in Consiglio dei ministri, alla ripresa dei lavori in Parlamento.

La norma potrebbe anche finire nella prossima legge di Bilancio, ma in ogni caso le eventuali novità entrerebbero in vigore nel 2022, mentre per il 2021 il canone sarà ancora regolarmente addebitato in bolletta.

Resterà dunque l’obolo da 90 euro in bolletta, un esborso da 9 euro a famiglia per dieci mesi: un modo, quello del governo Renzi, per limitare l’evasione da una parte e abbassare anche l’imposta, scesa infatti a novanta euro dai precedenti 113.

Resta però il problema e la ‘promessa’ fatta dall’Italia all’Europa nel Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, di aumentare la trasparenza nella bolletta elettrica e di fare seguito alle richieste di Bruxelles di eliminare gli “oneri impropri” dai costi dell’energia, come appunto il canone Rai. Al governo Draghi il compito di trovare un metodo di riscossione efficace come l’imposta in fattura.

Canone Rai che, va ricordato, viene nominato così in maniera impropria: la tassa è infatti è pagata da chiunque detenga un apparecchio “atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni”, come recita un regio decreto-legge del 1938. Di quei 90 euro stabiliti dal governo Renzi, inoltre, ‘solo’ 75,4 vengono effettivamente incassati da viale Mazzini: una parte è infatti destinata al Fondo per l’Editoria in capo alla presidenza del Consiglio e di quello per le antenne locali.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.