Noi torniamo a casa nostra, dillo pure a tuo padre…“. Sono le parole che Insigne – così come riporta  Repubblica –  avrebbe rivolto al vicepresidente del Napoli Edoardo De Laurentiis negli spogliatoi dello stadio San Paolo al termine della sfida di Champions League contro il Salisburgo pareggiata 1-1. Una decisione quella dei giocatori del Napoli che va in contrasto con quanto imposto dal presidente del club, ovvero il ritiro nel centro tecnico di Castel Volturno (Caserta) fino alla gara di campionato in programma sabato 9 novembre contro il Genoa.

I senatori dello spogliatoio (Allan, Insigne, Mertens, Callejon su tutti) hanno deciso in piena e totale autonomia di tornare nelle rispettive abitazioni nel silenzio assoluto della Società Sportiva Calcio Napoli che è intervenuta sull’ammutinamento dopo oltre 15 ore, con un comunicato diramato poco prima delle 15. In mezzo a questa diatriba tra la rosa e il presidente, c’è l’allenatore Carlo Ancelotti che ieri sera ha disertato le interviste imposte dall’Uefa nel post partita ed è tornato con il suo staff tecnico nell’albergo di Castel Volturno, rispettando la scelta imposta dalla società e ritenuta “non condivisibile” nei giorni scorsi.

IL RISVEGLIO DEL CLUB DOPO 15 ORE DOPO – In mattinata i giocatori sono tornati nel centro sportivo per la sessione di allenamento, al termine del quale sono ritornati a casa. Nel primo pomeriggio Aurelio De Laurentnis, attraverso il sito ufficiale del club, è intervenuto sulla vicenda annunciando che, “con riferimento ai comportamenti posti in essere dai calciatori della propria prima squadra nella serata di ieri, martedì 5 novembre 2019”, la società “procederà a tutelare i propri diritti economici, patrimoniali, di immagine e disciplinari in ogni competente sede“. Poi la patata bollente ad Ancelotti, a cui viene affidata “la responsabilità decisionale in ordine alla effettuazione di giornate di ritiro da parte della prima squadra” prima di annunciare “il silenzio stampa fino a data da definire”.

LA SITUAZIONE – Quello lanciato da Insigne e compagni è un segnale forte, un gesto inusuale per chi percepisce stipendi d’oro che arriva in un momento assai delicato della stagione del Napoli. Dietro in campionato, a -11 dalla capolista Juventus in altrettante partite disputate, la squadra di Carlo Ancelotti non ha compromesso, nonostante la mancata vittoria con il Salisburgo, il cammino verso gli Ottavi di Champions League. A due giornate della conclusione sono quattro i punti di vantaggio sul club austriaco, terzo in classifica nel girone guidato dal Liverpool e chiuso in ultima posizione dai belgi del Genk.

LE MOTIVAZIONI – Alla base delle decisione dei giocatori ci sarebbero alcuni atteggiamenti poco graditi del presidente Aurelio De Laurentiis, che ieri sperava già di ottenere la qualificazione agli Ottavi (che porterebbe nelle casse del club almeno altri 15 milioni) con due turni di anticipo. A partire dalla presa di posizione delle scorse settimane sui rinnovi di alcuni senatori del gruppo (Mertens e Callejon) in scadenza il prossimo 30 giugno. “Non sono disposto a fare sforzi importanti – dichiarò ADL ai giornalisti -, ogni giocatore ha un suo valore a seconda di dove gioca e che età ha. Se poi un giocatore vuole andare a fare le marchette in Cina perché viene strapagato questo è un problema suo. Se, perché viene strapagato va a vivere due o tre anni di merda, questo è un problema suo, nel quale io non posso entrare. Non posso considerare concorrenziale la Cina, che considero lontana. Se altri la considerano vicina sono problemi loro, che non mi riguardano. Nella vita bisogna scegliere se essere contenti, e lavorare in quello che ti piace, o se vuoi lavorare solo per soldi. Se consideri i soldi un fine vadano in Cina”. Altri giocatori in attesa di adeguamento sono Allan (lo scorso gennaio vicinissimo al Psg) e Zielinski, fermo a 1,1 milioni di euro da oltre tre anni.

QUANTO GUADAGNANO INSIGNE E COMPAGNI – Escluso Ancelotti, che guadagna 6,5 milioni a stagione, ecco il monte ingaggi annuale dei giocatori del Napoli: Koulibaly 6 milioni, Insigne 4,6 milioni, Manolas 4,3 milioni, Lozano 4 milioni, Mertens 4 milioni, Callejon 3 milioni, Fabian Ruiz 2,5 milioni, Llorente 2,5 milioni, Milik 2,5 milioni, Ghoulam 2,4 milioni, Allan 2 milioni a stagione, Mario Rui 1,8 milioni, Hysaj 1,6 milioni, Younes 1,5 milioni, Ospina 1,4 milioni, Elmas 1,3 milioni, Di Lorenzo 1,2 milioni, Maksimovic 1,2 milioni, Meret 1,2 milioni, Malcuit 1,1 milioni, Zielinski  1,1 milioni, Karnezis 1 milione, Tonelli 1 milione, Ciciretti 0,7 milioni, Luperto 0,4 milioni, Leandrinho 0,35 milioni, Gianluca Gaetano 0,15 milioni.

“NON SIETE OPERAI WHIRLPOOL” – Decisione quella dei giocatori bocciata anche dai tifosi. “Non si abbandona un ritiro per sfizio del proprio ego – si legge sulla pagina Facebook “La Napoli bene”, molto seguita sui social –. Non si fa insubordinazione contro un club che vi paga regolarmente lo stipendio da anni. Non si tratta degli operai della Whirpool, ma di quattro privilegiati che hanno deciso di fare i capricci. Noi tifosi ci accolliamo sacrifici enormi per seguirci ovunque senza battere ciglio, voi chi cazzo pensate di essere per permettervi di alzare sto polverone per due notti fuori casa?“.

NON RIDE L’INTER: CONTE ATTACCA LA SOCIETA’ – Nonostante il secondo posto in classifica a -1 uno dalla Juve, anche in casa Inter non si vive un clima sereno. A turbare società e tifosi sono le dichiarazioni di Antonio Conte al termine della gara persa 3-2 a Dortmund (dopo l’iniziale doppio vantaggio) che compromette di fatto la corsa agli Ottavi di Champions League. L’allenatore attacca la società, colpevole di avergli messo a disposizione una rosa troppo corta: “Fatico a rimproverare i ragazzi, più di così non possiamo fare. In estate sono stati fatti errori importanti, non possiamo fare campionato e Champions in queste condizioni, ci sono dei limiti nella rosa. Si doveva programmare meglio. Mi sono scocciato di ripetere le stesse frasi, venissero anche i dirigenti a dire due cose“.

Ci sarà un motivo per queste rimonte, dobbiamo lavorare, ma ci sono attenuanti per i calciatori. Non voglio tirare fuori alibi. Spero che questo tipo di partite facciano capire a chi deve capire alcune cose. Non sto facendo nessuna richiesta, questi siamo e con questi vado in battaglia, penso che tutti abbiamo sbagliato qualcosa nel progettare questa stagione. La posizione in campionato non deve coprire i problemi che ci sono, perché problemi ci sono“, ha aggiunto Conte.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.