Per i carabinieri una "prova di forza" quella di Arzano
Carosello in Ferrari ma è ai domiciliari, incarcerato: era autorizzato per la comunione del figlio

È stato arrestato e tradotto in carcere per un carosello in Ferrari nelle vie del Paese, ma era agli arresti domiciliari: una prova di forza secondo le forze dell’ordine. Pasquale Cristiano, ritenuto elemento di vertice del clan 167 operante ad Arzano, costola del clan Amato-Pagano, è stato prelevato dai carabinieri della Tenenza di Arzano e dal Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna.
La Ferrari era stata noleggiata. Con la fuoriserie, decappottabile, di ultimissima generazione, Cristiano girava in centro, accompagnato da altri veicoli di grossa cilindrata e persone a piedi. Alcuni pregiudicati, tutti identificati dai carabinieri. Lo scorso 6 giugno l’uomo era stato autorizzato a partecipare alla comunione del figlio, ma era stata rigettata la richiesta finalizzata alla partecipazione ai festeggiamenti. Per i militari il comportamento di Cristiano ha generato disagio alla circolazione e non avrebbe rispettato modi e tempistiche per il percorso imposto dall’obbligo di immediato rientro presso la sua abitazione.
I carabinieri hanno giudicato l’atteggiamento di Cristiano come una “prova di forza” atta a comunicare la sua presenza e affermazione sul territorio. Video del cosiddetto “Carosello” sono stati postati anche sui social network da parte dei protagonisti. Il provvedimento è stato adottato dalla Corte di Appello di Napoli su richiesta della Procura Generale, sulla base di un’informativa dei Carabinieri di Arzano che hanno documentato e evidenziato la condotta dell’uomo. A fondamento dell’ordinanza anche ulteriori passate violazioni alla misura domiciliare. Cristiano avrebbe mostrato in più occasioni insofferenza ai controlli di routine della Forze di polizia.
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