Non ce l’ha fatta il vesco di Caserta, Giovanni D’Alise, ricoverato a fine settembre dopo aver contratto il coronavirus. A dare la notizia il parroco Nicola Lombardi con un post su Facebook. “È volata in Cielo l’anima benedetta del nostro carissimo pastore Giovanni D’Alise Stringendo tra le mani la corona del Santo Rosario – si legge – Increduli siamo profondamente addolorati e prostrati. Lo accolga fra le sue braccia misericordiose Dio nostro Padre. Eleviamo per lui le nostre ferventi preghiere di suffragio. Il Cristo Risorto lo accolga nel suo Regno”. D’Alise è il primo presule deceduto per il covid-19 in Italia.

Monsignor D’Alise aveva 72 anni. Era nato a Napoli il 14 gennaio 1948 e aveva frequentato la scuola media nel Seminario di Acerra, il ginnasio nel Seminario di Capua, il liceo nel Seminario di Benevento e la Teologia nel Seminario Campano di Napoli, conseguendo la Licenza in Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale.

Era stato ordinato sacerdote nel 1972 e aveva svolto il ministero di Vicario Cooperatore nella Parrocchia di S. Alfonso M. de’ Liguori in Cancello Scalo, dal 1974 fino al 1990, quando vi è stato nominato Parroco, ministero che ha svolto fino alla nomina episcopale. È stato anche Direttore del Bollettino diocesano. Ha curato l’organizzazione dei 22 Convegni diocesani annuali della diocesi di Acerra e la celebrazione annuale della Giornata per la Vita. Dal 2003 al 2004, la diocesi di Nocera Inferiore-Sarno lo ha incaricato della formazione dei propri diaconi permanenti. Il 5 giugno 2004 è stato eletto alla sede vescovile di Ariano Irpino-Lacedonia e ordinato vescovo il 17 luglio dello stesso anno. Il 21 marzo 2014 è stato trasferito alla sede vescovile di Caserta, dove ha preso ufficialmente possesso il 18 maggio 2014.

L’INSEGNA – D’Alise, in quanto vescovo, aveva “una sua insegna araldica che è riconoscimento della dignità episcopale ma soprattutto è espressione sintetica del progetto pastorale che segnerà la sua missione – si legge sul sito della Diocesi di Caserta -. Su uno scudo bianco (argento, in araldica), simbolo della luce della rivelazione, è effigiata la Croce dorata dalla quale nasce un tralcio di vite di colore naturale; nel quarto d’onore, una stella dorata a otto punte. La simbologia di tale insegna è fornita dal motto: Manete in dilectione mea. Dalla Croce, albero della vita, nascerà la vita vera che si esprime nella comunione tra i fratelli, come gli acini di uno stesso grappolo di un’unica vite, e con Gesù Cristo. A vivificare tale comunione è l’amore materno della Madonna (la stella)”.

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