L’indice Rt – quello che misura il numero medio di infezioni che può generare una persona contagiata dal coronavirus – è superiore, seppur di poco, alla soglia di sicurezza di 1. Seppur di poco, a livello nazionale: a 1,01. Più alto in diverse regioni: sono 12 in tutto ad aver superato il limite. Primo il Piemonte, a 1,22; segue la Campania, prima Regione per contagi, a 1,19; Sicilia a 1,19; e poi Abruzzo, Liguria, la Provincia autonomia di Bolzano, il Veneto, Lazio, Umbria, Calabria, Provincia Autonoma di Trento, Puglia e Friuli Venezia Giulia, a 1.

L’Rt, che è calcolato sui soli sintomatici, indica la curva in salita della pandemia in Italia. L’Istituto Superiore di Sanità fa sapere che per la nona settimana consecutiva il contagio è aumento. L’età media dei casi è salita a 42 anni. I focolai attivi sono 3.266 di cui 909 nuovi. E il pericolo deriva sempre dalle situazioni intra-familiari, oltre che da amici e conoscenti.

Il report che descrive l’andamento dell’emergenza si riferisce alla settimana dal 21 al 27 settembre. Al momento la situazione sanitaria non preoccupa: il sistema ospedaliero sembra reggere con 45 nuovi ricoverati in un giorno, tre in terapia intensiva, 294 in totale. “Sebbene non siano ancora presenti segnali di sovraccarico dei servizi sanitari assistenziali la tendenza osservata potrebbe riflettersi a breve tempo in un maggiore impegno”, scrivono i tecnici dell’Iss.

Situazione sotto controllo in Italia ma da non sottovalutare, come conferma il direttore dell’unità di anestesia e rianimazione del Policlinico Gemelli e comitato del Comitato Tecnico Scientifico Massimo Antonelli. “L’epidemia in Italia è sotto controllo anche se i numeri possono far immaginare un imminente pericolo. C’è allerta, non allarme”, ha detto al Corriere della Sera. “Le prossime due settimane saranno molto significative – ha continuato il primario – per valutare l’impatto di ulteriori contagi legati alla riapertura delle scuole e al ritorno al lavoro in ufficio”.

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