Il giudice Cosimo Ferri, storico leader di Magistratura indipendente ed ex sottosegretario alla Giustizia, è stato assolto ieri dalla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura dall’accusa di aver tenuto un comportamento “gravemente scorretto” nei confronti dei colleghi che nella primavera del 2019 concorrevano per il posto di procuratore di Roma. Il procedimento disciplinare si fondava esclusivamente sulle intercettazioni effettuate tramite il trojan inserito nel cellulare dell’ex presidente dell’Anm Luca Palamara, indagato e poi assolto dall’accusa di corruzione dalla Procura di Perugia, e che la sera dell’8 maggio di quell’anno aveva registrato il loro incontro presso l’hotel Champagne a Roma a cui parteciparono Luca Lotti, in quel momento come Ferri deputato del Pd, e cinque consiglieri togati del Csm.

Le intercettazioni

Gli inquirenti, pur sapendo da pregressi ascolti che Ferri quella sera avrebbe incontrato Palamara, decisero di non staccare il trojan, in violazione così delle guarentigie parlamentari. La richiesta di poter utilizzare tali ascolti da parte della disciplinare era stata pertanto bocciata dalla Camera a gennaio del 2022 con il voto di tutti i partiti tranne il M5s. Durante la discussione in Giunta per le autorizzazioni, il relatore Pietro Pittalis (FI) sottolineò come fosse evidente che già dal mese di febbraio 2019, quindi prima dell’incontro all’hotel Champagne, gli inquirenti erano perfettamente consapevoli che Palamara si incontrava con Ferri, il cui nome compariva quasi 400 volte nelle varie richieste di proroga delle intercettazioni telefoniche. Tutte le sue conversazioni con Palamara erano state poi classificate “importati” e trascritte, la sua vita passata ai raggi X, coinvolgendo anche il figlio minorenne, oggetto di accertamenti alla banca dati della guardia di finanza.“Appare plausibile – disse allora Pittalis a proposito di Ferri – che egli sia stato un chiaro bersaglio delle indagini, che erano in concreto indirizzate anche ad accedere alla sua sfera di comunicazioni”.

Le “dinamiche” correntizie all’interno del Csm

Gli investigatori della guardia di finanza, aggiunsero i parlamentari, avevano dunque contezza che si sarebbe svolto l’incontro all’hotel Champagne e che vi avrebbero partecipato non uno ma ben due deputati “ma non hanno avuto cura di interrompere un’attività investigativa che non poteva essere effettuata con quelle modalità”. La captazione di quella sera di maggio non poteva “minimamente essere ritenuta casuale e, conseguentemente, non lo sono nemmeno le successive”. Tra il giorno della captazione e quello dell’ascolto di tutti i progressivi delle captazioni prima e dopo l’incontro, i pm di Perugia avevano inoltre ricordato ai finanzieri di non effettuare registrazioni nel caso in cui ci fosse stata la presenza di un parlamentare. Per tali motivi, non solo quelle intercettazioni non dovevano essere effettuate, “come da nota del pm”, ma, se effettuate, non potevano essere ascoltate. Perchè, allora, tutto questo interesse sui rapporti fra Ferri e Palamara? Per conoscere le “dinamiche” correntizie all’interno del Csm, dirà il difensore di Ferri, l’avvocato Luigi Panella.

Gli altri partecipanti

La Procura generale, titolare dell’azione disciplinare, ha tentato ieri di sollevare un nuovo conflitto sull’utilizzabilità di questi ascolti, dopo la decisione della Consulta dello scorso anno, ricevendo però un no secco dal collegio presieduto dal vice presidente Fabio Pinelli.
Incassato il diniego, la Procura non ha potuto far altro che chiedere l’assoluzione per Ferri per ‘’insussistenza del fatto e mancanza di prove”. Assoluzione chiesta anche dalla difesa di Ferri per “esclusione dell’addebito e perché il fatto non sussiste’’. Uscito di scena Ferri, rimane adesso da definire la posizione dei cinque togati che parteciparono all’incontro con Ferri e Palamara e che invece hanno riportato una condanna disciplinare proprio sulla base di tali ascolti. Le Sezioni unite civili della Cassazione sono in riserva da oltre un mese.

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Giornalista professionista, romano, scrive di giustizia e carcere