Se c’era una volta un’Italia protagonista del Mediterraneo, oggi resta solo un’ombra sbiadita. A denunciarlo è un editoriale pubblicato su Addyar, una delle testate più influenti di Beirut, che punta il dito contro la politica estera italiana nel Libano e nel Medio Oriente. Il malumore, espresso apertamente e con toni pungenti, non è solo una critica: è una riflessione profonda sull’assenza di Roma in una regione dove, un tempo, esercitava un peso politico e diplomatico significativo.

Non è un caso che il pezzo inizi con un nostalgico “C’era una volta l’Italia”: un Paese che, negli anni Ottanta, con Craxi e Andreotti inviò le forze italiane con la missione Italcon durante la crisi libanese. Un’Italia che, nei primi anni Duemila, con Berlusconi e Prodi seppe giocare un ruolo decisivo, grazie anche alla leadership italiana nella missione Unifil durante il conflitto tra Israele e Libano. Ma quel prestigio – che univa pragmatismo economico e raffinatezza diplomatica – sembra oggi scomparso.

Le critiche a Tajani e Meloni, troppo vicini a Israele

La testata libanese sottolinea l’episodio emblema di questa “evanescenza”: la visita del ministro degli Esteri Antonio Tajani a Beirut lo scorso gennaio, presentata come una sosta “di passaggio verso Israele”. Un gesto che, simbolicamente, pesa come una ferita nei rapporti bilaterali. E anche la Premier Meloni non è esente da critiche: il quotidiano evidenzia un “palese disinteresse” nei confronti della comunità cristiana libanese, tradizionalmente vicina alla destra italiana.

Non solo simboli, però. Addyar rimprovera all’Italia l’incapacità di esprimere una politica concreta sulla crisi istituzionale del Libano, riducendo l’azione di Roma a questioni “tecniche” come l’addestramento delle forze armate. Un ruolo marginale, quasi da spettatore, mentre potenze come Stati Uniti, Francia, Germania e Arabia Saudita consolidano la loro influenza nella regione.

“Parole, parole, parole”

La denuncia della testata va oltre: “Se dovessimo confidare sugli italiani”, scrivono, “allora più di ‘c’era una volta’ bisognerebbe citare il ritornello di ‘Parole, parole, parole’”. Una critica dura, che arriva da una fonte vicina ad ambienti governativi libanesi e che lascia trasparire un profondo disagio per l’assenza dell’Italia come interlocutore politico e diplomatico.
Questo editoriale riaccende il dibattito sull’efficacia della politica estera italiana nel Mediterraneo. A Roma la riflessione è inevitabile: può davvero permettersi di abbandonare uno spazio storico e strategico come quello del Libano? A quanto pare, dal Medio Oriente arriva un messaggio chiaro: l’Italia non può continuare a voltarsi dall’altra parte.

Redazione

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