“Sentirò presto Uggetti. Ci confronteremo, e con lui parlerò di qual è l’idea di giustizia che ha in mente il Pd”. È il 23 giugno, Simone Uggetti, ex sindaco di Lodi, da qualche giorno è stato definitivamente assolto, a seguito della ripetizione del processo d’appello. In totale fanno sette anni di calvario giudiziario, 10 giorni a San Vittore, 25 ai domiciliari. “Uno
stravolgimento della mia vita”, ricorda “tre processi un passaggio in Cassazione, due assoluzioni in Corte d’Appello a Milano: una per non aver commesso il fatto e la seconda, ultima, per particolare tenuità del fatto”.

La segretaria del Pd prende un impegno con la stampa, ma niente, poi quella telefonata non c’è mai stata. Sono cose che si dicono, quando non si sa cosa dire, avrà pensato Elly, in fondo poi ero impegnata, avevo da organizzare l’estate militante, e poi questo Uggetti è del ‘vecchio’ Pd, quella non è roba mia.

Così, quasi un mese dopo, stavolta alla Fiera di Cesena, Simone Uggetti, scende dal palco, dopo un intervento ‘infuocato’, che ha scaldato la platea della convention di Stefano Bonaccini, e se la trova davanti, guarda le coincidenze, seduta in prima fila. “Io sono ancora ad aspettarla quella telefonata”, gli urla Uggetti, tra il delirio del pubblico.

Che poi l’ex primo cittadino, poco prima, intervenendo, aveva chiamato in causa, tutte le principali bestie nere di Elly, in un crescendo quasi implacabile: il rapporto con i giudici, Bettino Craxi, Matteo Renzi, il jobs act. Una roba da mancamento per la segretaria che ha ascoltato impassibile, non certo di buon umore, per la scaletta confezionata dall’infido Presidente dell’assemblea nazionale dem. Prima di Uggetti, infatti, avevano iniziato a ‘massaggiarla’ Alessia Morani che aveva lodato un altro innominabile, Marco Minniti, e la passionaria di Napoli, Valeria Valente.

Ma era solo un antipasto, tanto per gradire, perché poi sul palco, è salito lui, che quel j’accuse, lo stava perfezionando da 7 anni.
“Come in tutte le altre professioni sbagliano anche i magistrati. E noi dobbiamo dirlo quando un magistrato sbaglia, no alla subalternità del Fatto Quotidiano”, ed uno.

“Quando un magistrato si mette a dare la caccia ad una persona e non ad un reato, è un grave errore, e lo dico pensando alla vicenda di Bettino Craxi”, e due.

“Io non sono mai stato renziano, ma Renzi che pure è stato il nostro segretario non può essere additato di tutti i mali della sinistra, dell’Italia e del mondo. Io ora faccio l’imprenditore e se non ci fosse stato il Jobs Act avrei fatto fatica”, e tre.

La Fiera di Cesena esplode in un lungo applauso, quasi liberatorio, in fondo quella due giorni dello sfidante sconfitto di misura alle primarie doveva essere un evento alla camomilla, ed invece si è trasformato in una resa dei conti.

Phil

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