In questo quinto articolo della nostra rubrica un Caffè in piattaforma, faremo un recap dei precedenti quattro articoli per analizzare alcune questioni e rinfrescare la memoria sui temi trattati. Non è semplice parlare di questo tema data la sua vastità e l’entità delle aziende in campo. Iniziando questa riesumazione alcune domande devono venirci in mente…

Il mondo dell’energia è mosso dalla politica? Certamente, ed è per questo che molti settori che necessiterebbero di essere superati non vengono sostituiti come molti organi, o entità locali. Sono posti di lavoro di gente che lavora per portare il pane per le proprie famiglie.

Credo che attraversando questo filo logico, in cui ci rendiamo conto che sia applicabile a molti settori, arriviamo ai recenti licenziamenti in società come Twitter (l’attuale X) effettuati per rendere più performante l’azienda.

Perché l’industria delle armi negli Stati Uniti non viene ridimensionata nonostante tutte le tragedie anche nelle scuole? E’ tutta una questione di posti di lavoro. Appare un gioco strano e sinistro pensare che molti settori nonostante abbiano bisogno di uno scossone e necessino una sostituzione, un’innovazione o di essere soppressi continuino il loro operare in ragione di questo?

Questa declinazione di questo paragrafo è più che necessaria per spiegare perchè il mondo dell’energia si è sempre mosso così in questo grande teatro di discorsi appassionanti che molte volte si tramuta nella più totale inazione e finzione da parte dei leader politici troppo legati a patti sovranazionali e troppo slegati al reale sviluppo perchè distratti dall interesse di breve periodo. Ovviamente il mondo dell’energia ha bisogno di tempo per la conversione, ma Paesi come l’Italia che è uno dei Paesi con la più bassa autonomia energetica in Europa dovrebbero concentrarsi di più su questo nodo importante.

Nel nostro primo incontro abbiamo parlato dell’importanza della realizzazione di opere infrastrutturali e della necessità di connettere chi è “nudo” dell’argomento alla materia. Mentre proseguendo nel secondo appuntamento abbiamo scoperto lo spigoloso rapporto che può esserci tra referendum e mondo dell’energia parlando dei vari referendum sul nucleare partiti da poco dopo il disastro di Cernobyl fino ad arrivare al famoso referendum sulle “trivelle”… nel terzo articolo abbiamo provato invece ad affrontare il grande tema della transizione energetica provando a parlare della complessità dell’argomento da vari punti di vista, per poi arrivare nel quarto e ultimo articolo in cui abbiamo tentato di esplicare la necessità di provare a ridurre le emissioni di metano che incidono nel riscaldamento globale in misura superiore rispetto agli altri tipi di emissioni.

Un problema del mondo dell’energia è che molte volte questi temi vengono trattati con scopo elettorale non facendo altro che non permettere la creazione di una prospettiva di lungo periodo perchè in ballo a giochi di breve periodo delle forze politiche in auge in quel preciso momento storico, che in qualche modo riescono ad alterare la percezione di un elettorato sempre più volatile.. pensare più all’interesse nazionale, delle regioni, dei comuni, delle province, potrebbe far tornare il nostro Paese Italia a essere più performante nel panorama Europeo, e non solo.

Per eventuali chiarimenti o consigli e riflessioni, come nel primo tweet, attendo vostre notizie su: “uncaffeinpiattaforma@gmail.com”.

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Matteo Cocco, classe 1995, ispettore controllo qualità, con esperienza in progetti oil & gas, e renewables.