Manette ai polsi, lucchetti ai piedi, sorriso in volto. È così che si è presentata Ilaria Salis in aula oggi per l’apertura del processo nei suoi confronti a Budapest. La donna 39enne è accusata di aver aggredito due estremisti di destra e ora si trova in un carcere ungherese. Il processo è stato aggiornato al 24 maggio. Salis si è dichiarata non colpevole, al contrario del suo coimputato tedesco: per lui è scattata la condanna a tre anni di reclusione ma i legali hanno annunciato il ricorso per arrivare a una riduzione della pena.

Chi è Ilaria Salis

Ilaria Salis, militante antifascista e docente milanese, è accusata di lesioni aggravate ai danni di due neonazisti. Secondo l’accusa fa parte di un gruppo che ha provocato a due uomini alcune lesioni, poi guarite in 5 e 8 giorni. I fatti risalgono alla vigilia del “Giorno dell’onore”, cioè l’11 febbraio, in cui i neonazisti di tutta Europa celebrano il tentativo (fallito per la reazione dell’Armata Rossa) del battaglione della Wehrmacht di rompere l’assedio di Budapest. Per questo gli estremisti di destra si ritrovano nella capitale ungherese.

La donna è in carcere in Ungheria dal febbraio 2023 e rischia fino a 16 anni di detenzione. Il padre di Ilaria Salis ha spiegato: “Non è anarchica e non fa parte di Hammerbande, il gruppo tedesco che promuove assalti contro i neonazisti. Ho letto le 800 pagine dell’inchiesta di Lipsia su Hammerbande e il nome di Ilaria non esce mai. È un’insegnante di scuola elementare e un’antifascista vera, militante. E io di questo sono orgoglioso. Passo il tempo a tradurre dall’ungherese gli atti d’indagine, perché non ce li hanno dati in italiano”.

Il legale di Salis: “Scioccante”

È stato scioccante. Ci aveva detto che veniva sempre trasferita in queste condizioni ma vederla ci ha fatto davvero impressione. Era tirata come un cane, con manette attaccate a un cinturone da cui partiva una catena che andava fino ai piedi, con questa guardia che la tirava con una catena di ferro. Ed è rimasta così per tre ore e mezza”. Con queste parole Eugenio Losco, uno degli avvocati italiani di Ilaria Salis, presente di fianco al padre Roberto alla prima udienza a Budapest, ha parlato delle condizioni della donna. “È una grave violazione della normativa europea. L’Italia deve far finire questa situazione ora”.

Redazione

Autore