In 39 anni ha cambiato quattro partiti ed è al terzo mandato da consigliere regionale. Luca Rosario Sammartino, laureato in odontoiatria e protesi dentaria ma prestato alla politica sin dalla giovane età, è finito nell’inchiesta ‘Pandora’ della procura di Catania che ha visto in mattinata i carabinieri eseguire un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 persone tra esponenti politici, funzionari comunali e imprenditori accusati. Gli indagati dell’operazione denominata Pandora in totale sono 30 e devono rispondere a vario titolo di scambio elettorale politico-mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione aggravata, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti. Indagine svolta dal 2018 al 2021 ma che riguarda fatti a partire dal 2015.

Di corruzione aggravata è accusato Sammartino che nella giunta Fusani ricopriva, fino a poche ore fa, il ruolo di vicepresidente e assessore all’agricoltura. Tornato ieri dal Vinitaly, al vicegovernatore è stata notificata in mattinata la sospensione di un anno dai Pubblici Uffici. Nelle ore successive ha rassegnato le dimissioni da vicegovernatore: “Sono sereno e resto deputato” ha precisato l’esponente del Carroccio. “Tengo a sottolineare che non sono coinvolto in ipotesi di reato di mafia né di voto di scambio; sono sereno e certo che emergerà la mia totale estraneità ai fatti, risalenti a cinque anni fa, che con stupore leggo mi vengono contestati”. “Continuerò a servire la mia comunità e il mio territorio svolgendo la mia attività politica e di parlamentare regionale”.

I quattro partiti di Sammartino

Nel 2012, nella XVI legislatura, a soli 27 anni, è stato eletto nelle fila dell’Udc con 12.606 voti; poi è passato nella formazione ‘ibrida’ Articolo 4. Nel 2015 l’approdo nel Pd. Per i Dem è stato in corsa per uno scranno nella XVII legislatura, conquistato con ben 33mila preferenze. Nel 2019 eccolo in Italia viva di Matteo Renzi. E nel 2021 il passaggio alla Lega dopo nelle regionali del settembre 2022 ottiene oltre 21mila voti nella lista “Prima l’Italia, Salvini premier”.

Il pentito: “Incontro col boss, è Sammartino”

Secondo la ricostruzione della procura, che si base sulle parole di un collaboratore di giustizia, Sammartino nove anni fa, nel 2015, avrebbe partecipato a un incontro con degli esponenti del clan Santapaola di Catania. A raccontarlo è un collaboratore di giustizia, Silvio Corra, le cui dichiarazioni sono state inserite nell’ordinanza di custodia cautelare dell’inchiesta che ha portato all’arresto del sindaco di Tremestieri Etneo Santi Rando. Il pentito ha ricostruito un episodio in cui avrebbe accompagnato Francesco ‘Colluccio’ Santapaola, a casa di Vito Romeo per delle riunioni a cui avrebbero partecipato anche dei politici. In particolare il candidato sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando, un cognato di Romeo e un’altra persona di cui forniva una descrizione fisica, ma di cui non sapeva altro. “In un paio di occasioni a tali riunioni aveva visto arrivare anche un altro soggetto che, nell’album fotografico esibitogli, riconosceva nella fotografia raffigurante l’effigie di Luca Sammartino, ma di cui non sapeva il nome”, dicono i magistrati.

Carabinieri “amici” per bonificare uffici

Sammartino, stando sempre alla ricostruzione degli inquirenti, risultava essere il principale referente politico del primo cittadino Santi Rando. In riferimento all’esponente della Lega “è stata riscontrata la preoccupazione dello stesso di mettersi al riparo da eventuali attività di indagine in atto nei suoi confronti, escludendo dalle liste i soggetti in odore di criminalità organizzata, dei quali sembrerebbe essersi avvalso in occasione delle elezioni”. Si sarebbe inoltre attivato “per porre in essere attività di vigilanza e di bonifica tecnica dei locali della sua segreteria politica avvalendosi di personale dell’Arma dei carabinieri in servizio e in quiescenza, cercando inoltre di acquisire informazioni riservate circa l’eventuale pendenza a suo carico di procedimenti penali”.

Farmacia quasi ‘esclusiva’ in cambio di voti

Sarebbero stati acquisiti elementi che sembrerebbero delineare una strategia dei vertici del comune di Tremestieri Etneo “tesa a neutralizzare ogni forma di opposizione politica”, arrivando a favorire lo storico consigliere d’opposizione Mario Ronsisvalle, poi transitato – “anche grazie all’intervento del Sammartino” – proprio tra i sostenitori di Rando per le elezioni amministrative dell’anno 2021. Nello specifico, Ronsisvalle, titolare di una farmacia a Tremestieri, agli arresti domiciliari per istigazione alla corruzione, sarebbe stato favorito facendo ridurre il numero delle farmacie presenti nella pianta organica comunale, ottenendo in cambio la promessa di sostegno elettorale in vista delle elezioni europee del 2019 per il candidato sostenuto da Sammartino. All’epoca Sammartino militava nel Pd e sosteneva la candidata Caterina Chinnici (figlia di Rocco Chinnici, giudice assassinato dalla mafia il 29 luglio 1983). Chinnici, che oggi è in Forza Italia, è estranea all’inchiesta. Alle Europee del 2019 viene rieletta per la seconda volta consecutiva con 113mila preferenze.

Lo zio commissario a Bari

Sammartino è il nipote di Claudio Sammertino, a lungo prefetto di Catania, adesso in quiescenza ma inviato dal ministro Matteo Piatendosi a Bari per presiedere la commissione di accesso e controllare i casi di presunta corruzione in consiglio comunale. Samamrtino è sposato con Valeria Sudano, avvocato catanese leghista e membro della Camera dei deputati dal 2022, con la quale ha anche un figlio.

Il garantismo à la carte

Anche questa inchiesta, così come le vicende giudiziarie in Puglia, hanno cristallizzato profili garantisti a convenienza. Adesso è la Lega a criticare l’operato dei magistrati, intervenuti a un mese dalla Europee e rispetto a episodi anche di nove anni fa (il presunto incontro con il boss è datato 2015). Carroccio che nelle scorse settimane, così come l’intero centrodestra e il massimo esponente del giustizialismo italiano, Giuseppe Conte, aveva attaccato a testa bassa il Partito democratico per le inchieste e gli arresti di Bari.  Da incorniciare le parole di Andrea Crippa, vicesegretario della Lega: “Tra il 2015 e il 2018 Sammartino non era con la Lega. Le indagini sono state chiuse nel 2021 ma solo oggi arrivano i provvedimenti, guarda caso a un mese dalle Europee, mi chiedo perché…. Siamo garantisti, abbiamo sempre il beneficio del dubbio – ha aggiunto parlando con i giornalisti in Transatlantico alla Camera -. Mi chiedo perché dopo tre anni i provvedimenti arrivino ora”.

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