Alberica Filo della Torre apparteneva alla buona società romana. Era dedita alla filantropia e alla beneficenza. È morta tragicamente e violentemente,  vittima di uno dei casi di cronaca nera più noti e discussi della storia recente. Il delitto dell’Olgiata, un giallo lungo vent’anni. La contessa venne uccisa il 10 luglio del 1991 presso la residenza romana dove con il marito Pietro Mattei era solita dare delle feste. Condannato per quell’omicidio per anni irrisolto un ex maggiordomo della tenuta.

Quel giorno alla villa a nord di Roma era in programma una festa per i dieci anni di matrimonio della contessa con il costruttore romano Mattei. Alberica era nata a Roma nel 1949, figlia della duchessa Anna del Pezzo di Caianello e del contrammiraglio Ettore della Torre di Santa Susanna. Aveva sposato il principe Alfonso de Liguoro in prime nozze. Un matrimonio durato pochissimo. L’incontro con Mattei a una festa. I due si erano sposati nel 1981 e avevano avuto due figli: Manfredi e Domitilla.

Venne trovata nella sua camera da letto. Il cadavere era a terra. La contessa era stata colpita con un oggetto contundente, uno zoccolo, alla testa e quindi strangolata. Aveva la testa avvolta in un lenzuolo insanguinato. Sul posto arrivarono le forze dell’ordine e Michele Finocchi, amico di famiglia e funzionario del Sisde, il servizio segreto civile. Dalla stanza erano spariti alcuni gioielli. Le indagini furono dal primo momento in alto mare e inizialmente si concentrarono su Mattei che comunque aveva un alibi di ferro. E per vent’anni vennero battute le piste più disparate.

Quando esplode lo scandalo dei fondi neri del Sisde furono coinvolti Finocchi e i servizi segreti. Furono scoperti conti segreti all’estero. Il gossip scrisse che la contessa forse voleva divorziare, e così si tornò sul marito. Quindi arrivò il turno di Franklin Yung, finanziere di Hong Kong e vicino di casa all’Olgiata. Altro particolare da prime pagine: lo strangolamento è avvenuto con una tecnica particolare, tramite pressione sulla carotide. Mattei intanto non badava a spese per scoprire la verità.

Nuove analisi commissionate nel 2007 portarono alla scoperta di tracce di dna sul lenzuolo trovato sul cadavere della contessa. Quei risultati portarono a Manuel Winston Reves, domestico filippino, poco tempo prima del delitto licenziato dalla contessa, già messo sotto controllo in passato ma quindi escluso dalla lista dei sospetti. Un magistrato recuperò le registrazioni delle telefonate nelle quali il maggiordomo trattava con un ricettatore la vendita dei gioielli rubati alla contessa. Il domestico intanto si era sposato, aveva avuto una figlia e l’aveva chiamata Alberica come la contessa. “Mi sono tolto un peso che mi portavo dietro da vent’anni, scusatemi”, disse il giorno dell’arresto, il primo aprile del 2021. Raccontò di essere andato alla villa per convincere la contessa a ri-assumerlo. E invece la situazione era degenerata. La rapina andò in prescrizione, la condanna per omicidio con rito abbreviato. Il 9 ottobre la sentenza definitiva: 16 anni di carcere.

Pietro Mattei è morto nel gennaio 2020. Manuel Winston Reyes è stato scarcerato. Tra buone condotte, indulti e pene esigue ha scontato dieci anni di galera. È stato scarcerato dall’Istituto di pena di Rebibbia a Roma pochi giorni fa. “Voglio la mia vita di uomo libero e la mia giustizia. Sono molto emozionato, non so dire nulla, per ora. Arriverà il tempo”, ha detto. “So che stanno soffrendo, ma non posso ridar loro la felicità”, ha detto a Chi l’ha visto?. La delusione invece del figlio Manfredi per la scarcerazione: “In Italia la ricerca della Giustizia ricade su chi, come mio padre, ha spalle larghe per poter affrontare i tribunali. L’ingiustizia, invece, è democratica”. Il 30 gennaio 2012 è stata costituita a su iniziativa dei congiunti Pietro Mattei, Domitilla Mattei e Manfredi Mattei, La Fondazione Alberica Filo della Torre che si prefigge lo scopo di ricordare la lotta per la verità e la giustizia.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.