La scomparsa
Morto Bruno Segre, aveva 105 anni. Simbolo dell’antifascismo, avvocato e partigiano

A 105 anni si è spento Bruno Segre, figura di rilievo nell’ambito dell’antifascismo, avvocato e partigiano.
Nato a Torino il 4 settembre 1918, Segre aveva frequentato l’Università tra il 1937 e il 1940, diventando allievo di Luigi Einaudi. La sua laurea in legge, conseguita nel 1940 con una tesi su Benjamin Constant, fondatore del liberalismo, fu tuttavia oscurata dalle leggi razziali che gli impedirono, da figlio di un ebreo, di esercitare la professione di avvocato.
Nel 1942, fu arrestato per disfattismo politico e trascorse tre mesi nel carcere delle Nuove a Torino. A partire dal 1943, iniziò una vita clandestina con la sua famiglia in un piccolo paese nel cuneese, tra Busca, Caraglio e Dronero.
Nel 1944, Segre fu nuovamente imprigionato nella caserma di via Asti a Torino, sede dell’ufficio politico investigativo della Guardia nazionale repubblicana.
Combatté attivamente nella Resistenza, contribuendo alla liberazione dell’Italia e dando inizio a una nuova fase della sua vita come giornalista, avvocato e testimone dei momenti più bui della storia italiana. Si distinse difendendo il primo obiettore di coscienza italiano e fondando il mensile “L’incontro”, caratterizzato da una linea editoriale sempre contraria all’intolleranza religiosa e al razzismo. Tra il 1975 e il 1980, ricoprì anche il ruolo di consigliere comunale a Torino, fungendo anche da capogruppo del Partito socialista. Se ne va proprio nel giorno della Memoria.
© Riproduzione riservata