Hamas lunedì scorso ha diffuso un video di tre ostaggi: Chaim Perry, Yoram Metzger e Amiram Kupper, rapiti il 7 ottobre. Un ennesimo atto di guerra psicologica che vuole creare pressione sull’opinione pubblica occidentale. Ma questa volta in quel video c’è un dettaglio che dovrebbe allarmare ancora una volta di più il mondo libero. Agli ostaggi è stata lasciata crescere la barba lunga e sono stati tagliati loro i baffi, secondo i dettami della sunnah Musulmana. Vi piegheremo all’Islam, questo il messaggio. Questa enorme pressione psicologica sta dando i suoi frutti. Hamas sta vincendo in occidente? Il terrorismo islamico, con la sua delirante propaganda, non riduce bensì allarga il proprio consenso facendo leva sul senso di colpa occidentale, sul vittimismo palestinese assunto a ideologia e sull’antisemitismo, così drammaticamente riesploso.

Per questo motivo abbiamo deciso di dare vita a Setteottobre. Perché sabato 7 ottobre è il giorno dell’orrore dal quale non potremo più prescindere. Quel giorno ha spezzato la vita di migliaia di israeliani. Quel giorno ha costretto Israele a una guerra drammatica dove giovani soldati perdono la vita per difendere il diritto all’esistenza di Israele, il diritto alla vita degli israeliani. Da quel giorno tante famiglie vivono nel lutto e nella disperazione, avendo familiari uccisi barbaramente e altri rapiti in mano a carnefici violenti, odiatori, nazisti, razzisti, omofobi. Da quel giorno viviamo in una campagna di disinformazione promossa da Hamas che descrive Israele come carnefice e i palestinesi vittime. Ma quel che più è grave è che dall’8 di ottobre nelle città del mondo “libero” sono nati movimenti che inneggiano a Hamas, che chiedono dalle piazze delle capitali delle democrazie liberali, l’eliminazione degli ebrei da Israele. Movimenti che in occidente si battono per i “diritti” e l’”inclusione” oggi decidono da che parte stare. Tra un paese democratico, dove c’è piena libertà di religione, dove le donne sono libere, dove ogni anno c’è il più grande Gay Pride del mondo e un regime dittatoriale, assolutistico, patriarcale, mafioso, dove le donne sono umiliate e velate, gli omosessuali uccisi, questi movimenti scelgono di stare con Hamas.

Ma quello che più spaventa non è solo il rigurgito di odio verso gli ebrei, quanto la vastissima area di indifferenza, ignoranza e ipocrisia che lascia questi movimenti indisturbati esprimere il loro odio nelle università, nelle scuole, nei talk show, nei giornali. Quell’ambiguità che sui giornali italiani e nelle televisioni lascia che venga considerata una fonte attendibile il “Ministero della Sanità di Hamas” sul numero delle vittime palestinesi, che lascia che vengano intervistati sostenitori di Hamas e propalatori di falsità storiche, senza un commento, una contro-deduzione, che mette sullo stesso piano le azioni militari di difesa di Israele con la violenza infame dei terroristi. L’indifferenza opportunistica dei Presidi che lasciano terroristi parlare alle assemblee degli studenti, dei professori universitari che continuano a collaborare, in nome, immagino, della libertà di espressione, con quei più di 4000 colleghi docenti e ricercatori universitari che firmano un appello a sostegno delle tesi di Hamas.

Per questo è nata Setteottobre. Quando i bambini nati in questi drammatici giorni saranno grandi ci chiederanno “ma voi che avete fatto per fermare tutto ciò?”, noi dobbiamo poter dire che abbiamo reagito, abbiamo combattuto, abbiamo difeso gli ebrei, abbiamo difeso la nostra libertà. Nessuno che abbia a cuore il valore del bene comune, del rispetto della vita, della solidarietà umana, della libertà della persona, può non reagire. É importante costruire anche qui in Italia un luogo da dove lavorare, sui media, sui social, nelle scuole, nelle università, un luogo dove studiare, cercare di capire cosa si è rotto nell’occidente moderno, cosa ha creato questo odio dell’occidente verso se stesso, cosa ha prodotto queste leadership occidentali balbettanti, che inseguono pavide sondaggi e follower, un luogo in cui chi si sente minacciato venga protetto, chi si sente a rischio trovi solidarietà, chi si sente sopraffatto dalla propaganda terroristica trovi una luce di speranza, trovi intellettuali liberi, persone di buona volontà pronte a combattere.

Dal 7 ottobre non possiamo più far finta di niente.

Per aderire all’associazione Setteottobre scrivere a info@setteottobre.com

Stefano Parisi

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