L’omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio” Iannucci, due diciottenni militanti di sinistra frequentatori del centro sociale “Leoncavallo”, venne commesso a Milano il 18 marzo 1978. Lasciato il centro sociale circa alle 19 e 45, i due ragazzi si trovavano in via Mancinelli alle 19 e 55 quando furono affrontati da tre persone una delle quali, come riferirono testimonianze postume, indossava un impermeabile chiaro.

I tre ignoti aprirono il fuoco su Iannucci e Tinelli uccidendo il primo e lasciando gravemente ferito sul selciato il secondo che morì poco dopo in ospedale. Uno degli attentatori, nella fuga in motocicletta, lasciò cadere un’arma poi recuperata dalla polizia. Inizialmente si pensò a un revolver per via del fatto che non si trovarono bossoli sulla scena, ma solo un proiettile, conficcato in un muro, di calibro 7,65; l’arma del delitto fu successivamente identificata in una Beretta. Benché mai formalmente provata la matrice politica dell’atto, è opinione comune che esso sia attribuibile a elementi dell’estrema destra; il caso, che vide indagato Massimo Carminati, poi archiviato, fu chiuso senza un colpevole nel 2000.

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