La domanda che assilla alcuni di noi è la seguente: si può essere critici, anche aspri, di questo governo senza esser confusi con Salvini-Meloni? C’è uno spazio, possibilmente di intelligenza critica, nel quale si guadagni l’autonomia indicata? Siccome la mia risposta è nettamente positiva, ho l’obbligo di motivarla, e ci provo.
La razionalità, o meglio il tentativo di esercitarla, entra successivamente. Si parte da situazioni emotive che non per questo non hanno diritto di cittadinanza nell’intelligenza, giacchè senza di esse quest’ultima nemmeno nascerebbe. E esse ci parlano con un linguaggio che non può essere rigettato acquietandosi subito alla parola-chiave: “abbiamo fermato Salvini, non aumentiamo l’Iva e tra circa tre anni eleggiamo un  Presidente della repubblica europeista”. E che cosa ci dice l’emotività? Ci rende alcuni elementi difficilmente sopportabili: Il “finalmente ci siamo riconosciuti”, Pd e 5 Stelle, dopo anni di inutile lotta e sbagliata; aveva ragione Bersani, già nel 2013, comune ai due è l’anima di sinistra; il populismo dei cinque Stelle, macchè, fesserie degli ideologi, il popolo, quello sì, finalmente uniti lo riagganciamo e lo portiamo alla luce della politica. Ma l’emotività insiste a farti ripensare le origini dei grillini, il loro urlo primigenio e primitivo, l’auspicata società delle manette, l’uno uguale uno che indica il rifiuto della cultura e delle competenze, la lotta contro l’intraprendere e, allora, contro l’Europa “che spazzerremo via” (copyrigt Di Maio) , il dileggio verso lo stesso Pd, fino all’insulto selvaggio. E poi, su tutto, il governo  con la Lega, per un anno e mezzo, la felicità e convinzione di alcuni, sì, stiamo insieme sgretolando il sistema dei corrotti, il tutto governato da un avvocato-giurista, difensore del popolo italiano,  che risponde al nome di Giuseppe Conte. E qualcosa continua a non tornare.

Quì l’emotività ha un sussulto ulteriore, ma come? lo stesso Conte presiede un governo opposto a quello da lui medesimo presieduto fino a prima? La cosa non mi pare abbia precedenti nel mondo, l’Italia è sempre un  laboratorio, chi sa che Trump non possa diventare il capo politico, come oggi si dice, scelto dai democratici americani, e tutto ritornare a posto.
E poi giunge qualcosa che sta tra l’emotività e la ragione: ma non sono proprio i cinque Stelle che hanno aperto una prateria dinanzi a Salvini, e se è così che cosa può produrre questo improvvisato groviglio avviato? Ecco che qui interviene, in dialogo serrato, la ragione sussiegosa  e dice con tono fermo: sì, è vero, ma di che si parla? Ora Salvini lo abbiamo fermato. E qui nasce per tutti il dilemma proposto all’inizio. Giacchè nella ragione sussiegosa c’è del vero, e allora bisogna distinguere il grano dall’oglio per non dover subito rinunciare allo spazio di una intelligenza critica e piegarsi a quella sussiegosa, contro l’emotività che non riesce a tacere. E che corrisponde a quel diritto fondamentale che è la nausea per l’esistente.
Però questa nausea va tradotta in ragionamento politico, altrimenti consumiamola in privato. Ancora però c’è un sospetto da eliminare e che si affaccia insistente: ci fosse qualcosa almeno di vero nella dichiarata somiglianza tra Pd e 5 Stelle, di là da quella che potrebbe esser stata in parte una lotta stumentale, obbligata? E non è essa da ritrovare negli aspetti peggiori della sinistra italiana? Un senso comune di massa che ne ha accompagnato la pur nobile vicenda? E che richiama: moralismo, giustizialismo, idea palingenetica della politica, tutti corrotti meno noi, e poi la casta, ….
Fosse vero questo, oltre le cose più nobili e posate, dette da Bersani in giù, fino a Franceschini? Fosse vero che qualche sospetto verso lo Stato di diritto abbia sempre aleggiato in una parte consistente della sinistra italiana? Le monetine del Raphael contro Craxi? E anche un po’ di antiparlamentarismo? In vista di “ben altro”? E via ricordando? Un popolo che solo la grande aristocrazia politica del Pci teneva a bada e in parte riusciva a governare.

Allora il ragionamento che vuole l’autonomia dell’intelligenza non piegata al ricatto anti-Salvini si risveglia e dice: bene, siamo contenti che Salvini non ci sia più al governo, che il clima di emergenza sia alle spalle, ma non per questo l’aria che spira è buona. Tutt’altro. L’antiparlametarismo è riesploso con il taglio dei parlamentari senza condizioni, contro i poltronisti, copyright Di Maio, e un senso comune di massa assai esteso che gioisce. Torna il tintinnio di manette, la gioia per il “pacchetto carceri”. Prescrizione in archivio da gennaio, dopo la prima sentenza. Cittadini condannati a vita al sospetto. Agenti provocatori infiltrati nel tessuto sociale.  Decreti sicurezza intatti e al Parlamento europeo i  cinque Stelle votano per la chiusura dei porti alle Ong. Il mantenimento dello sciagurato reddito di cittadinanza nelle attuali forme. L’amore per le tasse diffuse, questa è prerogativa della sinistra-sinistra in tutti i sensi possibili di questo raddoppio. I  benestanti visti come nemici, potenzialmente autori di reati. Sembra, insomma, che cammini in generale il calendario dei 5 Stelle, con qualche appendice. Il Pd sembra la  casa del Nulla, né carne né pesce. Accetta le cose peggiori fatte dal vecchio governo. Forse immagina di poter godere di un  trasferimento di masserizie dai 5 Stelle per la sua maggiore consolidata presenza. Chi sa. Si conta su una Europa benevola, ma ormai si tace sulla sua crisi di disgregazione, che continua. Poi c’è Italia Viva,che si erge a coscienza critica, in attesa di eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. e qui mi limito a dire: bah, vedremo. In quell’attesa, che si fa nel frattempo? Se si dice che prima di quell’attesa nulla può mettere in pericolo il governo, non si depotenzia la propria dichiarata volontà di critica?  Misteri della politica per chi politico di professione non è. Renzi però non c’è nella fotografia scattata in Umbria, dove ci sono tutti meno lui,, e questo va bene.
Però, certo, è stato fermato Salvini, e con lui lo scempio dei migranti, e amche altro, e non faccio affatto ironia su questo. Dico solo, per concludere: attenti a quale Italia vi apprestate a governare e a trasformare. Salvini e soci, che oggi sono sicuramente maggioranza nella società, potrebbero tornare con ben altra forza e definitività. Oltre l’anti-Salvini si apre un mondo, un’altra possibile Italia riformista, o si prova a praticarlo e a inventarlo e a dargli coraggio e fiducia, oppure prima o dopo tutto tornerà come prima, ma in forma nuova e più organica.

Biagio De Giovanni

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