“Sei mesi dopo una luce per illuminare l’oscurità. Noi non molliamo”. Così c’è scritto su uno dei cartelli che il gruppo di familiari dei defunti del Cimitero di Poggioreale a Napoli ha esposto durante la fiaccolata del 5 luglio. Da quel drammatico 5 gennaio, quando una parte del cimitero crollò rovinosamente, ogni 5 del mese si ritrovano fuori ai cancelli del Cimitero monumentale per pregare e protestare: “Non pensavamo di essere ancora qui 6 mesi dopo – ha detto Pina Caccavale, presidente del Comitato 5 Gennaio – Per loro sono solo ossa ma per noi sono i nostri cari, la nostra storia. Quelle braccia, quelle piccole ossa, quelle piccole gambe erano braccia, gambe, cuore, amore che ci hanno portato oggi fino a qui. Continueremo a lottare e a dare voce a queste persone che sono lì a terra”.

Il gruppo di familiari si è dato appuntamento alle 21 su via Nuova Poggioreale. Ha acceso i lumini e si è incamminato verso il cimitero pregando. “Non ti lascerò così, combatterò fino alla fine – dice una signora che ha preso parte a tutte le proteste del 5 del mese – Io non mi darò per vinta perché mio padre lì a terra con i suoi non deve stare. Per me è un dolore forte, per me e le mie sorelle”. Le famiglie non si danno pace a pensare ai corpi dei loro cari ancora esposti alle intemperie. “Oggi chiediamo con urgenza ti tirare via i corpi dai loculi appesi e dal terreno dove in 6 mesi c’è stato di tutto, animali, pioggia, qualsiasi cosa – continua Caccavale – Con la speranza di trovarli. Però li dobbiamo cercare”.

“Chiediamo anche di poter partecipare – continua Caccavale – Noi siamo l’ultima parte di questa questione, ma noi siamo i primi. Vogliamo essere presenti quando li prenderanno e dove li metteranno. Non sono oggetti, non possono spostarli senza il nostro consenso”. Il dramma è forte per i familiari dei defunti della zona del crollo ma lo è anche per tutti gli altri, delle altre zone, che da 6 mesi non possono portare nemmeno un fiore ai loro cari.

Quando riaprirà il cimitero di Poggioreale?

I cittadini cercano dunque risposte e certezze. “Siamo stufi di sentirci fare promesse che poi le istituzioni non mantengono”, dicono i manifestanti. Tra loro, alla fiaccolata, c’era anche stavolta l’assessore del Comune di Napoli con delega ai cimiteri Vincenzo Santagata che ha fatto il punto della situazione: “Stiamo vivendo questa tragedia con questa comunità dal primo momento – ha detto – Abbiamo più volte chiesto il dissequestro parziale del monumentale ma il pm ce lo ha sempre rigettato. Abbiamo presentato un piano d’intervento per quanto riguarda il recupero dei resti delle salme e abbiamo individuato un sito dove allocare i resti in maniera temporanea in attesa di un provvedimento finale. Mi auguro che quanto prima il pm possa autorizzare la messa in sicurezza dell’area dove c’è stato il crollo e attivare il recupero dei resti delle salme così come riaprire la restante parte del monumentale, l’area verde e previa opportuna delimitazione della zona, riattivare l’attività manutentiva perché è comunque un cimitero chiuso da 6 mesi e far si che i familiari possano portare un fiore ai loro cari nelle zone lontane dall’area critica”.

Spiega il piano: “Questo progetto è stato pienamente condiviso con i vigili del fuoco, metropolitana Napoli e i dirigenti tecnici del Comune di Napoli. Prevede forze speciali dei Vigili del Fuoco, che lavoreranno in altura con l’utilizzo di gru dall’esterno, una su via Poggioreale e l’altra all’interno del Monumentale, due bracci operativi di 46 e 55 metri che consentiranno di prelevare i resti delle salme a partire dalla parete fino alla parte inferiore. È stato considerato anche il parere della sovrintendenza trattandosi di cimitero storico monumentale”.

Ma quanto tempo ci vorrà ancora per riaprire il cimitero? “Abbiamo chiesto nell’immediato del crollo un dissequestro parziale però chiaramente il perito di parte della Procura avendo dei dati che non consentivano di ritenere stabile la zona, le nostre istanze sono state rigettate. Abbiamo poi presentato dei nostri dati, attraverso un perito di parte, il prof. Occhiuzzi, in cui veniva rappresentata la sicurezza della restante area che è l’80% del monumentale. Io penso che entro questo mese partiranno le attività di messa in sicurezza e recupero, limitatamente all’autorizzazione del pm”.

Il dramma dell’incertezza

C’è anche un’altra questione che infiamma gli animi dei familiari dei defunti della zona del crollo: “Abbiamo chiesto da più di un mese di avere i nominativi delle nicchie e dei morti delle congreghe, San Gioacchino e Dottori – ha spiegato Caccavale – Nel momento in cui andranno a recuperare i morti vogliamo sapere quanti sono. Non sappiamo i nomi. La Curia ci ha dato un elenco parziale. Noi come Comitato abbiamo creato un prestampato dove da soli abbiamo cercato di fare il censimento più possibile vicino alla realtà con quanti più dettagli possibile. Nel momento in cui li andranno a prendere quanti più dettagli riusciamo a dare tanto più riusciranno a recuperare corpi. Quello che vogliamo è che recuperino i corpi. Per questo sale la rabbia nei confronti della Curia e del Comune. La pm ha chiesto anche a noi di fare un censimento per comparare i nomi. A oggi abbiamo questa rabbia di non capire di quante persone parliamo precisamente. Vorremmo avere almeno una somma: è vero che sono congreghe storiche e antiche ma vorremmo avere un’idea. Sono il nostro passato”.

Avatar photo

Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.