Tutto fermo da 4 mesi, il pm dà l’ok per sopralluoghi
Crolli al cimitero di Poggioreale, la protesta dei familiari: “Non sono ossa, rivogliamo i nostri cari”
“Per voi si tratta solo di morti…..per noi sono il passato, il nostro essere, i nostri affetti più cari. Esigiamo rispetto!”. C’è scritto così sullo striscione che campeggia davanti al cimitero di Poggioreale che da 4 mesi è inesorabilmente chiuso. Da quando il 5 gennaio scorso crollò una parte del cimitero, forse per i lavori nel sottosuolo della linea 1 della Metropolitana. Furono danneggiati oltre 200 loculi: all’interno di alcuni di questi, da lontano, si vedono anche diverse salme che continuano ad essere esposte alle intemperie.
Un dramma e anche un dolore enorme che i familiari di quei defunti non possono e non vogliono più accettare. Ogni 5 del mese si incontrano fuori ai cancelli per chiedere alle istituzioni coinvolte di attivarsi per riaprire al più presto l’accesso e, ripristinando l’agibilità dei luoghi, consentire la visita dei defunti. Infatti l’intero cimitero storico è da 4 mesi chiuso a tutta la cittadinanza, non solo nella parte interessata dai crolli. Non potendo raggiungere i loculi dello storico cimitero che unisce Poggioreale alla collina di Capodichino, i parenti da settimane lasciano fiori e candele davanti al cancello chiuso dove ci sono anche le foto dei loro cari. E anche i biglietti per i loro defunti: “Scusa se non sono potuto venire a portarti i fiori”.
Alla protesta sono arrivati anche Vincenzo Santagada, assessore alla Salute e al Verde e Antonio De Iesu, assessore alla polizia municipale e alla legalità, per cercare di tranquillizzare le famiglie e riportare loro le ultime decisioni dei pm: “Alla luce della richiesta che è stata fatta – ha detto Santagada, leggendo le disposizioni del pm che si occupa delle indagini sul crollo di gennaio – autorizza l’accesso al personale tecnico del comune e di metropolitana Napoli, an nostro tecnico, ingegner Occhiuzzi, per la sola attività di ispezione e per l’eventuale operazione di copertura delle salme con la necessaria presenza dei vigili del fuoco. Le date dei sopralluoghi saranno concordate con i vigli del fuoco e con il comando provinciale dei Carabinieri”.
Ma i familiari, stufi delle attese, hanno chiesto con insistenza di sapere date precise. “Il nostro impegno è quello di iniziare già da domani a cercare date. Non passeranno altri mesi”, ha risposto De Iesu alla folla innervosita. Oltre a non poter far visita a nessuno loro cari, quello che addolora maggiormente i familiari, è il pensiero dei cadaveri dei loro parenti lasciati lì, sotto le macerie, esposti alle intemperie e agli agenti della natura, senza nemmeno una copertura, in quella che per loro è già “una fossa comune”. E mentre la polemica si inaspriva qualcuno scorge appollaiato in prossimità del crollo un grosso uccello grigio. “Sono arrivati pure gli avvoltoi”, dice una signora. Difficilmente un simile uccello potrebbe arrivare a Napoli ma l’orrore nel pensare ai corpi dei loro defunti lasciati all’aria è grande.
“Io vi spiego sulla base dei dati, capisco il dolore, e io vi sono stato vicino dal primo momento – ha continuato Santagada – Ora con l’entrata anche del nostro tecnico del Comune, ci permetterà di fare una relazione per quanto riguarda la stabilità dell’area distante da dove è avvenuto il crollo in modo tale da poter fare una istanza di dissequestro parziale dell’area e favorire l’ingresso. Poi provvederemo a delimitare in modo certo e sicuro la zona del crollo per evitare che si possa accedere alla zona su cui ancora insiste l’instabilità. Sono due processi che devono camminare separatamente”. Dunque dal Comune promettono di risolvere nel giro di pochi giorni il problema o almeno di velocizzare le procedure. Intanto passerà anche la festa della mamma senza che i figli possano portare anche solo un fiore davanti alle loro tombe.
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