Le macerie formano una piccola montagna che ostacola l’accesso a una delle vie per accedere alla palazzina delle confraternite dei Dottori e San Gioacchino. Non ci sono solo polvere e pezzi di cemento, ma anche bare distrutte, teste e scheletri sparsi in maniera confusa. Il crollo è avvenuto di notte e meno male, altrimenti sarebbe stata una tragedia di proporzioni ancora più drammatiche. Cimitero di Poggioreale: il cedimento ha interessato un’intera ala di uno degli edifici del cimitero monumentale, distruggendo circa duecento tombe. «

Si è verificato un imprevisto e intenso afflusso d’acqua durante lo scavo della seconda galleria che dalla stazione di Poggioreale sale verso Capodichino. Il notevole flusso d’acqua e detriti ha causato l’allagamento del cantiere della stazione in costruzione e cedimenti al terreno nella parte inferiore del cimitero di Poggioreale, con importanti danni alle strutture cimiteriali. Fino a quel momento tutte le attività di controllo dei cedimenti non avevano evidenziato nessuna criticità» fa sapere la società Metropolitana Spa collocando l’incidente intorno alle 20,40 di martedì. «Gli sforzi per arginare il flusso – sottolinea – sono durati tutta la notte e la mattinata, e ora la situazione è sotto controllo. La Metropolitana di Napoli e le imprese esecutrici dell’opera sono impegnate a mettere in sicurezza l’intera area con interventi di consolidamento del terreno. Nei prossimi giorni, una volta individuate le cause del fenomeno, si metteranno in atto tutti gli interventi necessari per riprendere in sicurezza i lavori. L’incidente si è verificato negli ultimi metri di scavo in acqua della Metropolitana, dopo oltre 7 chilometri di scavo in falda. La Metropolitana di Napoli – conclude la nota – nell’esprimere la vicinanza alle famiglie colpite nel ricordo dei loro cari, si impegna a riparare al più presto i danni arrecati».

La causa del cedimento, dunque, sembra riconducibile a un incidente durante gli scavi di una galleria della Metro ma per averne certezza bisognerà attendere i risultati dei rilievi tecnici e dell’indagine che in ogni caso sulla vicenda la Procura ha avviato, disponendo il sequestro dell’area interessata dal crollo. Intanto, di fronte alle macerie e allo scempio delle bare distrutte monta l’amarezza e lo sconforto non solo dei familiari dei defunti direttamente coinvolti da questo incidente, ma di tutti di fronte a una città che, per un motivo o per un altro, continua a cadere a pezzi. I responsabili delle due confraternite coinvolte nel crollo dell’edificio si sono attivate per un censimento delle salme danneggiate, nella speranza di riuscire a identificare e ricostruire i resti e «dare loro, quanto prima, una degna sepoltura», afferma il direttore dell’Ufficio confraternite della Diocesi di Napoli, don Giuseppe Tufo.

Il cimitero di Poggioreale resterà chiuso fino all’8 gennaio: «Le operazioni di polizia mortuaria all’interno del Monumentale – informa il Comune di Napoli – sono sospese fino a sabato 8 compreso». Per il titolare dell’impresa di onoranze funebri, Gennaro Tammaro, e l’Associazione incaricati delle confraternite del cimitero di Napoli, il crollo sarebbe frutto di «anni di incuria e degrado». «Non è più tempo di accuse e appelli, che in questi anni pure abbiamo lanciato in continuazione insieme a proposte per riqualificare il complesso cimiteriale di Poggioreale – aggiungono gli addetti alle confraternite – Queste macerie sono un monumento a imperitura memoria di come incuria e disattenzione abbiano preso il sopravvento. Ed è un miracolo che nessuno sia rimasto coinvolto nel crollo».

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).