Non si ferma lo scempio al cimitero di Poggioreale. Al crollo del 5 gennaio scorso si è aggiunto un ulteriore smottamento che rende sempre più evidente e grave il degrado in cui si trova il grande cimitero cittadino. Ieri ancora un sopralluogo da parte dei consulenti della procura e dei carabinieri che stanno lavorando al caso. Le indagini durano ormai da mesi ma non sono approdate ancora a una svolta concreta. Quindi? Si aspetta. Intanto con il passare del tempo aumentano i crolli e monta la rabbia e la delusione dei parenti di quei defunti che erano nei loculi distrutti dai cedimenti di questo mesi.
A gennaio scorso tutti ricorderanno il macabro scenario che si palesò agli occhi del custode: centinaia di resti di bare e corpi umani erano sepolti tra le macerie che impedivano il passaggio in una delle aree più antiche del cimitero di Poggioreale. Il crollo, si disse, poteva essere collegato in qualche modo ai lavori della Metropolitana, ma si è ancora in attesa che si faccia chiarezza sulle reali cause del cedimento. L’altro giorno, poi, un nuovo crollo. A venire giù è stata un’ala dell’edificio che fa riferimento all’arciconfraternita dell’Immacolata Concezione di San Gioacchino.
La struttura era stata già coinvolta nel crollo di gennaio scorso. Da allora la situazione nel grande cimitero monumentale di Napoli è sempre stata critica, nonostante le proteste dei familiari dei defunti e nonostante le denunce, raccolte a gennaio, di chi segnalava il diffuso degrado in cui da tempo versava il cimitero. Al danno la beffa, perché in moltissimi casi sarà difficile, quasi impossibile ricomporre i resti dei corpi sparsi tra le macerie. E perché da cinque mesi è tutto fermo a Poggioreale. le esigenze investigative hanno bloccato l’accesso al pubblico, per cui la zona del cimitero è interdetta ai cittadini. E le indagini procedono al ritmo di consulenze e perizie che finora non hanno consentito una svolta.
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