Il panorama televisivo europeo sta attraversando una trasformazione profonda, guidata dall’evoluzione delle abitudini di consumo e dall’avanzata delle tecnologie digitali. Secondo l’ultimo report di Samsung Ads, l’utilizzo combinato di smart TV e dispositivi mobili sta ridisegnando il modo in cui i contenuti vengono fruiti e monetizzati. Dalla frammentazione dell’audience alla crescita esponenziale dello streaming, fino all’emergere dei FAST channel, si delineano nuovi scenari per l’advertising, la produzione e la distribuzione: «Ormai gli italiani continuano ad utilizzare più device contemporaneamente. Proliferano le app, si diversifica il consumo», spiega Cristina Sala, Country Lead Italy di Samsung Tv Plus.

Come sta cambiando il mercato televisivo alla luce delle nuove abitudini dei consumatori?
«Secondo l’ultima edizione dello annuale di Samsung Ads, divisione media e servizi di Samsung, “Behind the Screens: TV Phone Home” c’è sempre più frammentazione del panorama televisivo e sta emergendo una realtà rinnovata per l’advertising, basato sui dati di utilizzo delle app su CTV tratti dal più grande set di dati deterministici in Europa, che combina quasi 70 milioni di Smart TV e 20 milioni di dispositivi mobile del brand nell’EU5».

Quanto è importante l’interazione tra device tv, smartphone, radio ecc nella struttura dell’offerta di comunicazione?
«Ormai gli italiani continuano ad utilizzare più device contemporaneamente. Proliferano le app, si diversifica il consumo. L’aumento nell’utilizzo delle app contribuisce, come conferma il report di “Behind The Screens”, all’espansione dello streaming. In Italia, infatti, i “lanci” di app, ovvero ogni loro apertura su TV, hanno registrato un incremento dell’8% annuo, per un totale di 1,4 miliardi di avvii nella seconda metà del 2024. Nel nostro Paese si trascorrono oggi, secondo i dati di Samsung Ads, in media quattro ore e 19 minuti davanti allo schermo televisivo; il 54% di questo tempo è dedicato alla visione lineare, mentre il restante 46% si divide tra gaming, video on demand in abbonamento o ad-supported (SVOD e AVOD) e contenuti generati dagli utenti (UGC)».

Poi c’è il tema dei fast channel. Una modalità di fruizione che ha ulteriormente migliorato l’accessibilità all’informazione. Cosa si sta muovendo nel mercato?
«Samsung TV Plus via streaming, la Free Ad-Supported Television, riserva grandi potenzialità nell’ambito della fruizione di programmi d’ informazione. Da una parte, difatti, offre l’esperienza di visione lineare e in diretta, mentre dall’altra è in grado di affiancarvi ampi canali verticali e on-demand che arricchiscono e valorizzano la fruizione da parte dello spettatore, attraverso modelli di AI avanzati. L’offerta fast può fregiarsi della capacità di mettere sotto al riflettore contenuti di news tra i più importanti al mondo di tipo nazionale ed internazionale come ad esempio: CNN Headlines, Bloomberg FAST, TV5 Monde, Euronews in Italiano, France 24, La7, Giornale Radio TV. Tra questi c’è anche Urania News, che incarna la nostra visione di un’informazione sempre più articolata e di qualità per il pubblico italiano.
L’ingresso del canale FAST di Urania su Samsung TV Plus –rappresenta un tassello strategico per offrire approfondimenti mirati e storie complementari al contesto globale. Un pubblico esigente come quello italiano merita un palinsesto che unisca l’affidabilità delle fonti internazionali alla ricchezza di un partner locale come Urania News, capace di interpretare le sfumature del territorio senza perdere di vista la prospettiva internazionale. Insomma, grazie alla capacità dello streaming, gli spettatori italiani possono accedere gratuitamente su Samsung TV Plus Italia ad un’offerta internazionale di canali d’ informazione, che fino a poco tempo fa erano accessibili solo a pagamento».

Ritiene che la struttura economica e politica italiana sia pronta ad affrontare in modo ottimale tutte queste innovazioni?
«Samsung è pronta a livello tecnico ed il mercato consente facilmente di creare canali FAST o via IP. Il mercato italiano televisivo però è tendente all’oligopolio. A livello pubblicitario c’ è ancora una forte dipendenza dalla pubblicità tradizionale e questo frena l’innovazione. Negli Usa ormai la pubblicità tradizionale è stata sorpassata da quella digitale».

Creazione di contenuti, diffusione di contenuti. Quanto è importante oggi strutturare in modo organico la gestione di queste due attività?
«In Italia per i piccoli produttori la dipendenza dal Tax Credit è imprescindibile ed inoltre sono schiacciati dal sistema audio video. I diritti televisivi dei produttori indipendenti italiani restano a capo delle televisioni nazionali. In Regno Unito ad esempio con il Communication Act firmato dal Parlamento inglese nel lontano 2003 i produttori indipendenti mantengono i diritti di copyright della propria opera e le emittenti acquisiscono solo una licenza di trasmissione. Mentre in Italia in Italia i diritti passano esclusivamente alle emittenti i nazionali. Il produttore italiano rispetto al produttore inglese non ha la possibilità di sfruttare la sua opera su piattaforme quindi. Questo blocca l’innovazione e fa sì che ci sia un’economia stagnante dell’audiovisivo in Italia».