L'opportunità
Comunità Nazionale Italiana di Slovenia e Croazia: una realtà tutta da scoprire
Per anni la CNI ha lavorato per proteggere e promuovere la conservazione della propria identità italiana
Da anni vivo lungo l’estremo confine orientale d’Italia e ho imparato ad apprezzare la bellezza della minoranza italiana presente in Slovenia e Croazia. Spesso, quando pensiamo all’Istria, al Quarnero e alla Dalmazia, associamo immediatamente quest’area geografica a una storia dolorosa, come quella degli esuli e delle foibe. Tuttavia raramente ci soffermiamo sul fatto che, se molti sono dovuti fuggire da quelle terre, molti altri sono rimasti e oggi si trova lì una presenza significativa della minoranza etnica autoctona italiana. Per quasi 30 anni la Comunità Nazionale Italiana ha lavorato per proteggere e promuovere la conservazione della propria identità italiana all’interno dei Paesi in cui risiedono. Questo impegno si è manifestato attraverso ricerche storiche, valorizzazione culturale e investimenti nell’educazione delle nuove generazioni tramite l’importante istituto delle scuole italiane delle comunità.
Recentemente ho avuto l’opportunità di visitare i vertici della comunità insieme all’onorevole Isabella De Monte, e abbiamo riscontrato numerose problematiche. Queste spaziano dalle difficoltà affrontate dai giovani della CNI che desiderano insegnare nelle loro scuole italiane, ma che, per farlo, vengono a studiare in Italia e poi incontrano difficoltà nel riconoscimento del loro titolo al ritorno in Slovenia e in Croazia, fino al fatto che attualmente manca una legge che sancisca l’interesse strutturale dell’Italia nei confronti della CNI, che dovrebbe portare il nostro Paese a concederle uno stanziamento stabile di fondi. Inoltre è ancora limitata la copertura in Italia data ai canali di informazione della CNI, in particolare tv e radio. Tutte queste questioni rappresentano le esigenze della nostra comunità d’oltre confine.
C’è un enorme potenziale inespresso nella presenza di questa comunità, e ora che la Croazia ha completato integralmente l’ingresso in UE e nell’euro, potrebbe essere il momento giusto per valorizzare il rapporto tra lo Stato italiano e la CNI. Questo legame potrebbe diventare uno dei ponti per favorire una sempre maggiore cooperazione transfrontaliera nell’Alto Adriatico. Fu del resto proprio il Parlamento europeo, in una risoluzione adottata nel 2018, a deplorare il fatto che gli istituti europei di cooperazione transfrontaliera non venissero sfruttati al massimo delle loro potenzialità. Non dobbiamo lasciarci sfuggire un’opportunità che, per noi italiani, è unica.
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