Anche il Fatto Quotidiano, tramite il giudice Antonio Esposito, ha scoperto che diversi temi, giudicati idonei, dell’ultimo concorso per magistrato ordinario sono infarciti di “strafalcioni giuridici” ed “errori di ortografia”. Esposito, noto alle cronache per essere stato il presidente del collegio della Cassazione che nel 2013 condannò in via definitiva per frode fiscale Silvio Berlusconi, è da tempo uno degli editorialisti di punta del quotidiano diretto da Marco Travaglio. Nel pezzo di questa settimana, l’ex magistrato ha ripercorso l’intera vicenda del concorso, raccontata dal Riformista già il mese passato con diversi articoli. Alcuni candidati bocciati alle prove scritte, come si ricorderà, avevano chiesto di visionare i temi che la Commissione esaminatrice aveva invece giudicato positivamente. Le sorprese non erano mancate in quanto questi elaborati presentavano errori di diritto e diverse indicazioni grafiche che potevano essere interpretate come simboli identificativi.

Venivano acquisiti anche i verbali delle attività svolte dalla Commissione. Si appurava che le correzioni non erano state effettuate, come previsto, in stretto ordine cronologico. In particolare, alcuni compiti erano stati corretti solo successivamente e senza l’indicazione delle tempistiche. L’onorevole Pierantonio Zanettin (FI) aveva al riguardo chiesto chiarimenti al ministro della Giustizia, a cui la legge affida “l’alta vigilanza” sul concorso in magistratura. Con una risposta sorprendente, Bonafede la scorsa settimana aveva affermato di non potere entrare “nel merito delle decisioni” della Commissione, invitando i bocciati a presentare ricorso, come qualcuno aveva già fatto, al Tar.

«Il ministro ha dimenticato che può intervenire ogni qualvolta lo ritenga opportuno e ha facoltà di annullare gli esami nei quali siano avvenute irregolarità: è sconfortante constatare che abbia abdicato alle sue prerogative, preferendo obbedire all’ukase dell’Anm che aveva bollato come “strumentalizzazione politica” la richiesta di chiarimenti, era stata la replica di Zanettin. I ricorsi, è notizia di ieri, sono stati respinti nella fase cautelare dal Tar del Lazio in quanto la discrezionalità tecnica, per quanto “opinabile”, non appare “palesemente irragionevole, immotivata o disarticolata dai criteri di valutazione predisposti dalla Commissione”. Tornando quindi ad Esposito, da ex magistrato esperto, ha fornito sul concorso un particolare importante, che era sfuggito a tutti, e che riguarda la modalità con cui viene composta la Commissione esaminatrice.

«Vengono sistematicamente nominati quali componenti, per lo più, magistrati non molto conosciuti», ha affermato Esposito, sottolineando che sono «più conosciuti in ambito correntizio». «Tale operazione – ha poi aggiunto – è stata agevolata da una normativa, varata anni orsono con il placet dell’Anm, che ha drasticamente ridotto il numero dei più qualificati magistrati di Cassazione». Insomma, quando c’è un problema che tocca la magistratura è sicuro che le correnti hanno avuto un ruolo – in negativo – di primo piano.