Esame anomalo
Concorso in magistratura truccato, Bonafede fa scaricabarile: “Parlate col Tar…”

Rivolgetevi al Tar. Lo “scandalo” del concorso in magistratura si conclude dunque così, con l’invito rivolto ai bocciati da parte del ministro della Giustizia affinché presentino ricorso al giudice amministrativo. L’incredibile risposta è arrivata ieri pomeriggio durante il question time a Montecitorio. Era stato il capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia alla Camera, Pierantonio Zanettin, a sollecitare il Guardasigilli sulle “particolari” modalità con cui erano stati corretti gli scritti dell’ultimo concorso da 330 posti per magistrato ordinario. La correzione dei temi era terminata lo scorso giugno. Sui 13mila concorrenti, coloro che avevano portato a termine le prove erano stati circa 3mila. E solo 300 quelli giudicati idonei.
Alcuni bocciati, come spesso capita, avevano fatto accesso agli atti e avevano scoperto che diversi temi erano stati valutati positivamente nonostante fossero pieni di strafalcioni in diritto e segni di riconoscimento assortiti. «La lettura di quei temi – dichiarò Zanettin – ha evidenziato un sofisticato e truffaldino sistema per consentire di individuarne l’autore: chiederò al ministro cosa abbia intenzione di fare». La risposta è arrivata ieri: nulla. In poco di 120 secondi Alfonso Bonafede ha messo una pietra tombale su questa vicenda. «I commissari sono nominati con decreto del ministro su conforme delibera del Csm che designa i componenti della Commissione», ha esordito il ministro grillino lasciando intendere che sulla scelta dei commissari del concorso via Arenula non ha toccato palla.
La Commissione, presieduta dal consigliere di Cassazione Lorenzo Orilia, è composta da ventotto componenti. Venti sono magistrati, otto gli avvocati e professori universitari. Il Ministero, ha puntualizzato Bonafede, fornisce solo un non meglio specificato “supporto tecnico”. Per quanto invece riguarda le decisioni della Commissione, trattandosi di “provvedimenti amministrativi” sono sindacabili esclusivamente dal giudice amministrativo. L’alta vigilanza affidata al ministro sul concorso in magistratura consiste quindi nel verificare “la regolarità” del rispetto delle procedure, “non potendo entrare nel merito delle decisioni” della Commissione, ha tenuto a sottolineare Bonafede.
Fatta questa cornice normativa, ecco allora l’invito ai bocciati a presentare ricorso al Tar. Il ricorso al giudice amministrativo, se accolto, avrebbe però l’unico effetto di consentire che il tema venga corretto una seconda volta. Chi è stato giudicato idoneo pur avendo scritto strafalcioni non subirebbe alcuna conseguenza. Senza considerare, poi, che i termini per la presentazione dei ricorsi sono ormai tutti scaduti. Grande delusione di Zanettin per la risposta “burocratica” di Bonafede. «Ha letto gli appunti che gli hanno predisposto a via Arenula», ha attaccato l’ex laico del Csm durante lo spazio destinato alle repliche. La legge prevede che il ministro eserciti “l’alta vigilanza” e non faccia come “lo struzzo”.
© Riproduzione riservata