Il dossier sui compiti falsati
Concorso magistratura truccato: il Csm apre un’inchiesta, ma solo dopo lo scoop del Riformista…

I vertici del Csm sono a conoscenza da diversi giorni dei tarocchi contenuti negli scritti dell’ultimo concorso, bandito nel 2018, da trecentotrenta posti per magistrato ordinario. La notizia si è saputa solo ieri mattina con un lancio di agenzia a scoppio ritardato e, soprattutto, dopo che il Riformista aveva pubblicato un articolo in cui erano elencate alcune di queste “perle” giuridiche e non. Il 14 settembre scorso, per la cronaca, era pervenuto a Palazzo dei Marescialli un corposo dossier da parte di due candidati originari del Piemonte che erano stati bocciati alle prove scritte.
Le due toghe mancate, dopo aver visionato i temi dei concorrenti che erano invece stati ammessi agli orali, avevano raccolto un ricco florilegio di strafalcioni, “orrori” giuridici e segni di riconoscimento come, ad esempio, lo “schemino” redatto dal candidato numero 2814 e che, peraltro, aveva conseguito un ottimo risultato. Il primo ad attivarsi sul dossier, indirizzato anche al ministro della Giustizia, era stato all’inizio di questa settimana l’avvocato civilista Stefano Cavanna. Il laico in quota Lega a piazza Indipendenza aveva subito depositato una richiesta di “apertura pratica” al Comitato di presidenza del Csm. Fra le varie istanze, quella di svolgere “approfondimenti e verifiche nell’ambito delle competenze e dei poteri del Csm”. In particolare, mediante “la convocazione dei componenti della commissione esaminatrice del concorso”, affinché riferiscano “sui fatti denunciati dai candidati”, senza escludere altre “iniziative meglio viste e/o ritenute”.
Il Comitato di presidenza del Csm, composto dal vice presidente David Ermini, dal primo presidente della Corte di Cassazione Pietro Curzio e dal procuratore generale Giovanni Salvi, aveva dato il via libera alla richiesta di Cavanna, trasmettendo tutto l’incartamento alla terza Commissione del Csm, di cui fa parte l’avvocato della Lega e che ha fra le varie competenze quella sul concorso per diventare magistrato. Presidente di questa Commissione è la togata di Magistratura indipendente, la corrente di destra delle toghe, Paola Maria Braggion. Vice presidente è il professore milanese in quota Forza Italia Alessio Lanzi. Oltre a Cavanna, la Commissione è poi composta da tre togati: l’ex aggiunto della Procura di Roma Giuseppe Cascini, il togato di Unicost Michele Ciambellini e la davighiana Ilaria Pepe. «Non voglio passare – precisa Cavanna – come il difensore d’ufficio dei bocciati: bisogna prima capire quali siano le esatte competenze del Csm in questa vicenda e poi agire di conseguenza».
La vigilanza sul concorso, in effetti, spetta al ministro della Giustizia. Ma è il Csm che propone al Guardasigilli i nomi dei componenti della Commissione esaminatrice. «Mi auguro che ci sia da parte di tutti la volontà di voler approfondire l’argomento. Il tema è importante visto che si stanno reclutando dei magistrati e non degli uscieri, con tutto il rispetto per gli uscieri», prosegue Cavanna, aggiungendo che «la cosa più opportuna è ora convocare i commissari d’esame».
La Commissione del concorso che a breve dovrebbe chiamare coloro che hanno passato gli scritti, ad iniziare dal candidato che invece di scrivere un tema ha disegnato uno schemino con i diagrammi, è presieduta dal consigliere di Cassazione Lorenzo Orilia. I magistrati sono venti, diciotto i giudici e due i pm. Di questi ben sei prestano servizio negli uffici giudiziari della Capitale. Fra i nomi noti, Alcide Maritati, toga progressista, già segretario generale dell’Anm e figlio dell’ex senatore del Pd ed ex sottosegretario del governo D’Alema Alberto, anch’egli magistrato. Otto i docenti universitari. «Appena si è diffusa la notizia della mia iniziativa molti magistrati, anche capi di importanti uffici giudiziari, mi hanno scritto per dirmi di andare avanti e di fare chiarezza», sottolinea orgoglioso il consigliere della Lega. Mentre dalle parti di via Arenula tutto tace, molti ritengono che esistano tutti i presupposti perché il concorso venga annullato.
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